Non è stata una tappa come le altre. Della cavalcata che accompagnò la Reggina nel gotha del calcio, Pescara è un dolce ricordo. Doppio. Furono due infatti le vittorie degli amaranto, che dopo il 3 a 0 dell’andata si imposero anche all’Adriatico, in un crocevia decisivo verso la promozione. Davide Possanzini, simbolo di quella squadra volata in serie A, ricorda con piacere entrambe le sfide: “All’andata vincemmo 3 a 0, non segnai ma giocai ugualmente una buona partita, alla pari dei miei compagni. Nella gara di ritorno invece realizzai la rete del 2 a 0, era una partita delicatissima, la tensione era alta. Quella vittoria ci spalancò le porte della serie A. Ripeto sempre che quell’anno c’era qualcosa di magico ad illuminare il nostro cammino, le emozioni provate rimarranno indelebili”. Per chi, come Possanzini, ama profondamente il gioco del calcio e vorrebbe ritirarsi non prima dei quarant’anni, l’addio forzato causa i problemi cardiaci è stato un duro colpo da assorbire. Dopo la paura, il sollievo. Il peggio è alle spalle: “Adesso sto bene, conduco una vita normale. Devo solo decidere se intervenire chirurgicamente o meno per risolvere il problema, la salute fortunatamente non è a rischio”.
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La passione per il rettangolo verde, rimasta intatta dopo il ritiro, non poteva avere altro sfogo che su una panchina…: “Alleno gli Allievi del Brescia, stare in campo è la cosa che più mi piace e credo una delle poche che sono in grado di fare (ride, ndr). Non avrei mai pensato di fare l’allenatore, nel corso degli anni però ho acquisito maturità e curiosità verso gli aspetti tecnico-tattici. Progetti futuri? Vedremo, mi voglio godere il presente. Allenare i ragazzi mi rende felice, rivedo nei loro occhi la stessa passione che animava me”. La Reggina naviga in brutte acque, Castori è pronto ad esordire dopo aver preso il posto di Atzori. Possanzini predica calma e invita i tifosi a tornare al Granillo: “Capita a tutte le squadre di attraversare un momento negativo, la Reggina dopo un buon avvio sta incontrando delle difficoltà . Non bisogna drammatizzare, il campionato è lungo e c’è tutto il tempo per risalire la classifica. La cosa che più mi dispiace è vedere lo stadio quasi vuoto, ai miei tempi i tifosi si sarebbero appesi agli alberi pur di vedere la partita”. Sulle possibilità e i valori della squadra amaranto, ”Re David” precisa: “Credo la Reggina abbia le qualità per stare ai piani alti, magari non ai primi posti ma in zona play-off. Seguo con affetto Di Michele, è un ‘vecchietto’ del 76′ come me, in campo è sempre tra i migliori”.
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Il Lanciano vola e stupisce, Crotone ed Avellino tallonano le prime. Quali le possibili motivazioni di una classifica che sembra capovolta? Possanzini ne trova due in particolare: “Inanzitutto credo che il livello qualitativo della serie B si sia notevolmente abbassato, non ci sono più diverse squadre costruite per vincere come capitava sino a qualche anno fa. Quando la media generale non è eccelsa, sono fame di vittorie ed entusiasmo a fare la differenza. Lanciano, Crotone ed Avellino stanno dimostrando di averne più degli altri, non bisogna però sottovalutare il valore di Palermo e Siena, squadre superiori alle altre che hanno tutto il tempo per recuperare “. In casa amaranto invece qualche singolo sta tradendo le aspettative, probabile si tratti di un mancato affiatamento con un campionato che non permette cali di tensione o ‘passeggiate’ in mezzo al campo. Possanzini invita ad osservare più in profondità facendo una similitudine che lo riguarda da vicino: “Giocatori demotivati nella Reggina di quest’anno? Non lo so, bisogna analizzare in modo approfondito. Ricordo la mia prima stagione in amaranto, ero reduce da quattro-cinque prestazioni insufficienti, non riuscivo a comprendere il perchè di un calo di rendimento. Un giorno mi chiamò il presidente Foti, invitandomi nel suo ufficio. Mi disse semplicemente ‘Davide, non ti vedo sereno. Pensa a giocare come sai, non ti preoccupare di nulla, stai tranquillo’, e da quel momento le mie prestazioni tornarono soddisfacenti”.
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Chi potrebbe diventare il nuovo Possanzini? Il diretto interessanto si svincola ma invita ad annotare sul taccuino…: “Non saprei individuare un giocatore che mi assomiglia, ognuno ha le sue caratteristiche. Mi limito a segnalare Belotti del Palermo, attaccante classe 93′. L’ho incontrato quando giocava nell’Albinoleffe, mi ha impressionato per grinta, forza e qualità ”. La chiusura è per un desiderio che rimane sospeso in aria, in attesa di essere colto: “La Reggina festeggia il centenario, è un traguardo prestigioso che merita di essere festeggiato in modo adeguato. Se la società mi invitasse accetterei entusiasta, parteciperei con gioia alle celebrazioni”.
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Pasquale Romano – rnp
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