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La Reggina del Centenario, pur palesando qualche limite, agli occhi di chi scrive non è mai stata in crisi, se non dal punto di vista dei risultati. Ecco perchè, nella conferenza stampa che ha fatto seguito alla sfida con l’Empoli, abbiamo manifestato ai diretti protagonisti la nostra contentezza, ma non la nostra sorpresa. Ci siamo discostati dalle frettolose ‘marce funebri’ prima, non ci perderemo in voli di fantasia adesso. La Reggina sta crescendo, la Reggina deve continuare a crescere. Il successo contro una delle squadre più forti della B, è figlio di quello stesso, inevitabile processo di maturazione, che aveva portato a racimolare un solo punto in 5 partite. Stavolta, l’episodio decisivo ha sorriso, invece di voltare le spalle, fermo restando che il fuorigioco di Foglio, nell’occasione che ha portato al 2-1, è di quelli che si vedono solo alla moviola (nessun calciatore azzuro, infatti, ha accennato la benchè minima protesta). Molto più grave invece, l’errore commesso dalla terna in occasione della rete non convalidata a Gerardi, visto che solo De Troia e Candussio, in tutto lo stadio Granillo, non si sono accorti che il pallone era oltre la fatidica riga bianca. Per complare la ‘fredda cronaca’, mettiamoci anche l’incertezza di Bassi sul tiro che ha deciso di fatto la sfida, ma non dimentichiamoci che quando gli episodi sono girati storti agli amaranto, hanno finito con lo stravolgere quanto si era visto all’interno del rettangolo di gioco. Stavolta invece, la vittoria è stata ottenuta senza rubare nulla. Differenze sostanziali, per una squadra che, lo ripetiamo, continua ad avere 5-6 punti in meno rispetto a quelli che avrebbe meritato.
Chiusa la parentesi del ‘due più due’, passiamo alle riflessioni più concrete. Rivedendo a mente fredda Reggina-Empoli, abbiamo tratto indicazioni ancor più positive rispetto a quanto visto e percepito dal vivo, sabato sera. Il principale dato da mettere in evidenza, riguarda una fase di filtro e non possesso quasi magistrali, che hanno consentito alla retroguardia di annullare a più riprese due clienti non certo facili come Maccarone e Tavano. Il resto, l’ha fatto la qualità delle giocate offensive, con particolare riferimento ad un out di sinistra a tratti micidiale, laddove corsa ed inserimenti tra le linee l’hanno fatta da padroni, proprio come nella prima mezz’ora di Crotone. Vizi e virtù invece, nella catena di destra, ma a conti fatti anche in questo caso il giudizio è positivo. In linea generale, contrariamente a quanto accaduto nelle ultime 4-5 stagioni, quando la spinta doveva per forza di cose venire da una sola fascia, quest’anno gli amaranto hanno la possibilità si sfruttare entrembe le corsie: l’ago della bilancia in questo caso è Maicon, ragazzo che va sicuramente aspettato, perchè i numeri che sta facendo intravedere, al pari delle ingenuità , sono davvero notevoli (le ingenuità si correggono col lavoro fino a scomparire, i numeri no, quelli restano….).
Rimanendo sui singoli, una annotazione particolare la merita Gerardi, che a parte il gol segnato e quello incredibilmente non concesso, ha dimosrato la tempra del vero attaccante di serie B, capace di lottare con le unghie e con i denti, capace di andare anche oltre i propri standard, pur di gonfiare la rete. Il Gerardi versione ‘sangue agli occhi’ di sabato scorso, al momento merita di stare una spanna sopra Cocco nelle gerarchie dell’attacco amaranto, anche se pure l’ex Albinoleffe, ne siamo certi, potrà tornare utilissimo ed avrà i propri spazi da protagonista.
In coda, le ‘dolenti note’. Abbiamo parlato di pacchetto arretrato quasi perfetto, ma proprio quel ‘quasi’ rischiava di rovinare tutto. La rete dell’Empoli, andato peraltro a segno nell’unica palla gol creata, nasce da una doppia leggerezza in chiusura prima di Adejo e poi di Maicon, alla quale va aggiunta l’ingenuità di Lucioni (quest’ultimo, a scanso di equivoci, è stato tra i migliori in campo), che si è fatto infilare con troppa facilità dalla finta di Pucciarelli. Se prendiamo in analisi tutti i gol fin qui subiti dalla Reggina, ci si accorge che, a parte la magia di Torromino, c’è sempre stata la collaborazione della difea amaranto. In troppe circostanze, all’avversario è bastato creare la prima palla gol nitida per trafiggere Benassi. Questo, ad oggi, secondo il nostro giudizio è il principale problema da risolvere.
Capitolo Atzori. Quello che pensiamo del tecnico è noto a tutti, non c’è bisogno di ripeterci. Permetteteci però di sottolineare, proprio come avvenuto due settimane fa, un aspetto che va oltre la semplice partita. Ci eravamo lasciati parlando di un Atzori che si era volutamente fatto sommergere di fischi, andando fin sotto la Curva Sud al termine del ko contro il Carpi. Quella stessa Curva, contro l’Empoli lo ha incoraggiato e sostenuto, inneggiando per ben due volte al suo nome. La logica, avrebbe imposto di vedere il mister nuovamente sotto il tempio del tifo amaranto, a fine gara, stavolta per prendere gli applausi. Nossignore. Ha fatto ritorno nello spogliatoio, lasciando che le luci della ribalta, dopo tante sofferenze e critiche, se le prendessero tutte i suoi ragazzi. Ribadiamo che il nostro calcio forse non esiste più, è un calcio romantico, passionale e genuino, che per certi aspetti si è fermato, imprigionato nei meandri del tempo. Uomini autentici come Gianluca Atzori, questo calcio riescono a riportarlo in vita…Grazie mister.
Ferdinando Ielasi-reggionelpallone.it
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