In parte, è colpa sua. Massimo Moratti, presidente di un Inter che spendeva in maniera direttamente proporzionale alle delusioni, si sentì costretto ad allontanare Lippi dopo che i francesismi avvelenati dell’allora tecnico nerazzurro squarciarono la sala stampa del Granillo. “Prenderei tutti i giocatori a calci nel culo”, furono le ultime parole di Lippi da allenatore dell’Inter. Massimo Marazzina, ‘giustiziere’ e autore del gol partita, ricorda quel pomeriggio come una delle poche gioie di quella stagione: ”Le premesse erano state più che positive, poi invece arrivò una lunga sequenza di sconfitte che segnò il resto del campionato. Personalmente credo che quella Reggina avesse le carte in regola per ottenere la salvezza, un po’ di sfortuna e qualche scelta discutibile dell’allenatore portarono ad un’amara retrocessione”. Una sola stagione in amaranto, Marazzina però avrebbe prolungato la permanenza in riva allo Stretto: “Con l’ambiente e la società i rapporti erano ottimi, sarei rimasto volentieri ma il Chievo non fu d’accordo e mi riportò alla base”.
Ritiratosi nel 2010 (le ultime quattro stagioni le ha disputate con la maglia del Bologna), Marazzina ha decisamente rotto i ponti con il passato. Nessuna nostalgia o voglia di rientrare con nuove vesti: “ Il mondo del calcio non mi manca per niente, non a caso non ho fatto nessun corso o preso patentini. Mi godo la mia famiglia, trascurata in tanti anni di carriera. Se un domani lavorerò in questo ambiente? Non credo anche se non posso escluderlo categoricamente”. L’ex attaccante del Chievo dichiara di seguire con affetto la Reggina, anche per motivi collaterali: “Dionigi è uno dei miei migliori amici, mi è dispiaciuto vedere che la sua esperienza in riva allo Stretto si è interrotta anzitempo. Mi ha sorpreso questo avvio negativo della formazione di Atzori, con i giocatori presenti in organico a mio parere questa squadra può ambire alle prime posizioni”.
Uno dei segreti della Reggina che fu era certamente il Granillo, catino ribollente che trascinava gli amaranto e intimoriva gli avversari. La differenza tra il prima e dopo fa comparire un velo di tristezza: “Quando guardo le partite della Reggina in tv mi meraviglio nel vedere un Granillo cosi vuoto. Non so per quale motivo i tifosi si siano allontanati dalla squadra ma è un vero peccato, temo che il presidente Foti alla lunga si possa stancare nel vedere tanta desolatezza. Ai miei tempi lo stadio era il dodicesimo uomo in campo, i tifosi ci spingevano con un calore incredibile. Ricordo inoltre come nonostante la lunga serie di sconfitte, le proteste furono civili, mai eccessive o volgari”.
Pa. Rom. – rnp
Commenti