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Premessa fondamentale. Siamo i primi ad essere arrabbiati, per come la Reggina ha perso a Trapani. Dopo le delusioni e le sofferenze interminabili dello scorso anno, è davvero dura vedere una squadra che viene travolta senza appello, senza una vera reazione, in una partita che non ha mai avuto storia. E’ davvero dura vedere l’avversario che gioca un secondo tempo del tutto simile ad un test infrasettimanale, vincendo con un punteggio che a conti fatti gli sta persino stretto. Giusto per completezza di analisi, siamo anche i primi a sostenere che le scelte di Atzori al Provinciale sono state decisamente troppo azzardate, rivelandosi infruttuose.
Dalla partita col Novara dunque, ci aspettiamo una reazione tutta orgoglio e furore agonistico, di chi deve cancellare una batosta tanto inaspettata quanto cocente. Fatte queste doverose premesse, ci sono aspetti e dinamiche che continuano a lasciarci perplessi, e stavolta non ci riferiamo a chi scende in campo. Trapani rappresenta un black out generale, uno stop disastroso. Nessun dubbio, nessun alibi. Allo stesso modo però, non può rappresentare la fine del mondo, non può mettere in discussione un lavoro che sta cominciando adesso a muovere i suoi primi passi. E qui, torniamo al concetto espresso le settimane scorse: l’ambiente deve servire da stimolo, sia attraverso gli elogi che attraverso le critiche, ma se dopo la quarta giornata si trasforma in una polveriera, rischiamo il cosiddetto effetto boomerang. E soprattutto, rischiamo di dimenticarci alcuni aspetti importanti. Primo fra tutti, quello relativo ad un gruppo che ancora deve trovare la sua crescita e la sua dimensione, in quanto la sua connotazione definitiva è avvenuta solamente il 31 di agosto. Il secondo aspetto, non meno trascurabile, riguarda le eccessive pressioni che si vanno a creare su una singola partita. Il clima che si respira intorno a Reggina-Novara infatti, assomiglia a quello vissuto due settimane fa alla vigilia della sfida casalinga con la Juve Stabia: esami senza appello, prove cruciali senza ritorno.. Non è con tali pressioni che si risolvono i problemi. Come detto prima, Reggina-Novara deve portare ad una reazione netta, importante, perentoria. Deve farci vedere un gruppo di uomini, deciso a far diventare Trapani solo un brutto ricordo. Ma la quinta giornata (!) di campionato, non può rappresentare la partita della vita. Non per una squadra che fin qui ha perso solo una volta, pur nel peggior modo possibile…
Rimaniamo convinti che questa squadra può ambire alla parte sinistra della classifica, ma bisogna dare una mano, non distruggere alle prime avversità . Bisogna dare una mano anche quando siamo arrabbati, anche nel momento di muovere le critiche. Il concetto che oggi sosteniamo con forza, è che una Reggina che perde senza lottare non vogliamo più vederla. Processi, casi e banchi degli imputati, a settembre non hanno motivo d’esistere…
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Ferdinando Ielasi-reggionelpallone.it
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