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Un anno dopo, sensazioni diverse. Alla chiusura del mercato estivo edizione 2012 infatti, in casa Reggina a farla da padrone erano musi lunghi e preoccupazioni. I tanto agognati rinforzi invocati da tutto l’ambiente non erano arrivati, l’organico amaranto si presentava palesemente incompleto e lacunoso. A rendere ancor più complicata la situazione (per fortuna, risoltasi da lì a poco…) i tanti fuori rosa rimasti in organico: “Se non si trova una soluzione per questi calciatori, la Reggina rischia il fallimento“, tuonò il Presidente Foti in una apposita conferenza stampa.
Pensando alla scorsa stagione, ed analizzandone il successivo percorso, oggi si può sorridere, prendendo atto che sono stati fatti degli importanti passi in avanti. Partiamo dal dato più importante. Subito dopo Vicenza-Reggina, avevamo sostenuto che l’organico 2012/2013, a parte qualche eccezione, andava azzerato, andava rivoltato come un calzino. Numeri e nomi alla mano, così è stato. Altro punto focale, è il concetto di qualità . Siamo i primi a pensare che spirito di sacrificio e senso si appartenenza alla maglia che si indossa, non siano palliativi bensì componenti imprescindibili. Non sono però gli unici fattori che contano, altrimenti basterebbe assemblare un organico composto da tifosi. Più di una volta, nella passata stagione, abbiamo visto autentici ‘orrori’, che dipendevano solo ed esclusivamente dalla mancanza di una tecnica necessaria per poter giocare a certi livelli. Proprio per tale motivo, l’acquisto di gente come Ipsa, Strasser e Rigoni, ma anche degli stessi Maza e Falco, non può che farci tirare un altro sospiro di sollievo.
Proseguendo l’analisi della rosa del Centenario, balza agli occhi anche un altro aspetto da non sottovalutare, riguardante le parecchie alternative, sia di modulo che di uomini. Un anno fa, almeno sino a dicembre, bastava l’infortunio di Rizzato per far mettere a tecnico e tifosi le mani nei capelli…Tornando per un attimo ai fuori rosa, anche qui i conti tornano. Nessuna situazione da sistemare in corso d’opera, nessun giocatore scontento, nessuna rescissione da proporre: tutti coloro che per ovvie ragioni non rientravano più nel progetto, hanno già trovato una sistemazione.
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Come in ogni analisi che si rispetti, vanno anche messi in evidenza gli aspetti che non convincono. Sulla carta infatti, il centrocampo attuale, pur presentando una superiorirà quasi imbarazzante rispetto a quello precedente, manca anch’esso di un cosiddetto ‘geometra‘, in grado di dettare i tempi e prendere la squadra per mano nei momenti più difficili. Una mancanza a cui si può sopperire con le soluzioni alternative sopracitate, e che assume comunque meno peso specifico, se paragonata al ‘mare di problemi’ dello scorso anno.
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Sintetizzando, la Reggina del Centenario è una squadra valida, ed i presupposti per riaccendere la fantasia del popolo amaranto, in un anno così prestigioso e denso di significati, ci sono tutti. L’importante è capire subito che niente ci è dovuto, che qualsiasi traguardo va conquistato. Senza storcere il naso nei momenti difficili (la serie B ne è piena…), ma cercando di creare una pressione che serva da stimolo e non costituisca un effetto boomerang.
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Conti ulteriori e bilanci più precisi si faranno più in là , adesso ridateci la voglia di sognare, unita alla consapevolezza che ‘vince solo colui capace di amare e stringere i denti…“.
fer.iel.-reggionelpallone.it
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