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La rubrica dedicata agli ex amaranto, messisi in luce durante il week end calcistico. Questa settumana, il ritorno di uno dei ‘figli del Sant’Agata’ e la conferma dell’amatissimo bomber.
SIMONE MISSIROLI
Nato a Reggio Calabria il 23 maggio 1986.
Ruolo: centrocampista.
La carriera in riva allo Stretto-Figlio d’arte cresciuto al Sant’Agata, entra nel circuito della prima squadra a soli 18 anni. Sotto la gestione Mazzarri, nel 2005-2006 arrivano anche i primi due gol in serie A, anche se entrambe le marcature, contro Sampdoria e Treviso, non basteranno ad evitare la sconfitta. Nel 2006-2007, fa parte del gruppo che conquista la storica salvezza a dispetto di undici punti di penalità . La presenza da titolare al San Siro di Milano, il 19 novembre 2006, dimostra quanto Mazzarri lo stimi: in casa dell’Inter, la Reggina pur perdendo gioca una signora partita, e solo il palo nega la rete a ‘Missile’. Nel 2007-2008, il processo di crescita continua con Renzo Ulivieri, il quale lo prova anche in una zona pià arretrata rispetto alle sue iniziali caratteristiche (“Questo ragazzo ha i mezzi per diventare un campione”, dirà a più riprese l’esperto tecnico). Nell’estate del 2008, la prima ‘separazione’, che lo porta a trasferirsi in prestito al Treviso. Torna in riva allo Stretto nel 2009-2010, con gli amaranto appena retrocessi in B. E l’inizio di un autentico boom, che lo vede andare a segno ben 7 volte: quel ragazzino alto e magro, ormai sta diventando un uomo, capace di conquistarsi finalmente il posto da titolare e di segnalarsi come una delle pochissime note liete di una stagione fallimentare. Nel 2010-2011, parte addirittura con la fascia da capitano al braccio: che sia al centro del campo o sulla trequarti, ‘Missile’ sforna in continuazione prestazioni di assoluta qualità ed assist vincenti, uniti a qualche gol pesante (quello col Portogruaro, regala il successo ai ragazzi di Atzori a pochi minut dal termine). A Gennaio del 2011, lascia di nuovo Reggio per tornare in serie A, con destinazione Cagliari: Cellino lo preleva in prestito, ma nonostante le 16 presenze in rossoblù, decide a sorpresa di non esercitare il diritto di riscatto. Nell’estate del 2011 dunque, riecco Missiroli alla Reggina. Altri sei mesi giocati su livelli stellari, che gli valgono altri 7 gol, in sole 19 partite: un autentico lusso per la serie B, tanto da convincere l’ambizioso Sassuolo a sborsare una cifra vicina ai 3 miliioni di euro, per portarlo in neroverde. In totale, con la maglia amaranto ha collezionato 152 presenze, segnando 21 reti.
La copertina: Vicenza-Sassuolo 0-1. L’ennesima perla, l’ennesima prestazione da assoluto valore aggiunto. La capolista, per lunghi tratti, fa un’enorme fatica in casa del Vicenza, ed allora ‘Missile’ si carica il gioco dei neroverdi sulle spalle, confermandosi faro della manovra. Le trame offensive passano dai suoi piedi, attraverso un mix di corsa ed eleganza. A 5 minuti dalla fine, il lampo che getta il Menti nello sconforto, consegnando all’undici di Di Francesco una vittoria che profuma tanto di promozione diretta. Partito dalla proprià metà campo, l’ex Reggina brucia in velocità un avversario e si fa circa 30 metri palla al piede, prima di arrivare al limite dell’area e servire un meraviglioso assist in diagonale a Berardi, il quale da mezzo metro non può fallire. Si scrive Missiroli, si legge classe pura…
ALFEDO AGLIETTI
Nato a San Giovanni Valdarno (Arezzo) il 16 settembre 1970
Ruolo: allenatore
La carriera in Riva allo Stretto- Arriva in Calabria nell’estate del ’94, per guidare l’attacco di una Reggina ancora scottata dall’eliminazione ai playoff contro la Juve Stabia. Il suo biglietto da visita, è fatto di gol: ben 45 in 2 stagioni, con le maglie di Rondinella e Pontedera. La fama di bomber che lo accompagna, in amaranto trova ampio riscontro sin dalle primissime battute: doppietta alla Turris, doppietta all’Ischia e gol contro l’Atletico Catania, per un totale di 5 centri nelle prime 3 giornate. Tra l’attaccante toscano e la gente di Reggio è amore a prima vista, ed il coro ‘dai Aglietti facci un gol’ diventa subito un autentico tormentone. Dribbling, fisicità , gran tiro, ma soprattutto una freddezza quasi disarmante, al momento di finalizzare: di gol, in quel campionato, Aglietti ne farà 20, laurenandosi capocannoniere del girone. La prodezza più importante, è certamente quella che consente alla compagine dello Stretto di sbancare il Partenio di Avellino a 6 giornate dal termine, vincendo uno scontro diretto che spalanca le porte del ritorno in B.
Confermato anche in serie cadetta, continua a far impazzire il popolo amaranto, per il quale è ormai diventato un idolo indiscusso. Altri 18 gol, altre 18 perle che trascinano la Reggina ad una salvezza che a 4 giornate dalla fine sembrava pura utopia. Proprio negli ultimi 4 turni, coincisi con altrettante vittorie, Aglietti troverà la via della rete in 5 occasioni, compresa la doppietta nel decisivo 3-1 di Reggio Emilia. Lascerà Reggio con l’invidiabile media di 38 reti in 69 gare disputate, per calcare i prestigiosi palcoscenici della serie A, destinazione Napoli.
La copertina: Spezia-Novara 0-6. Dopo il colpaccio ai danni del Verona, al Picco di La Spezia la compagine di mister Aglietti è chiamata alla prova di maturità . Un banco di prova sulla carta difficile, si trasforma in un trionfo di proporzioni clamorose. Certo, con un Guarna così gli avversari è come se stessero giocando a porta vuota, ma ciò non toglie che gli azzurri piemontesi si stanno confermando tra le squadre del momento, ed anche in Liguria il 4-3-3 di Aglietti si è meritato l’appellativo di straripante. Otto vittorie su dieci partite e terzo successo consecutivo in trasferta: Gonzales e compagni, dopo aver visto la Lega Pro ad un passo, adesso possono guardare verso traguardi che fino a un mese fa sembravano impensabili. Alfredo Aglietti, il miracolo di Novara.
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