{source}
<object width=”550″ height=”120″ data=”dati/media/adv/banner_frascati.swf” type=”application/x-shockwave-flash”> <param name=”src” value=”dati/media/adv/banner_frascati.swf” /> <param name=”wmode” value=”transparent” /> <param name=”base” value=”/” /> <param name=”name” value=”banner_frascati.swf” /> </object> </p>
{/source}
Si sa che già da metà agosto, il calcio giocato riprende vita dopo la pausa estiva. I calciatori dopo aver trascorso le loro fastose vacanza in località esclusive, riprendono a sgambettare sui verdi rettangoli da gioco. C’è chi appare super abbronzato, chi appesantito da troppi cocktail ingeriti, chi invece appare ringalluzzito per essere stato “paparazzato” con la velina o letterina di turno.
I primi match estivi in cui la posta in palio è rilevante, sono quelli relativi ai preliminari di Champions League, oppure quelli relativi alle Supercoppe nazionali, quali Inter – Milan, giocata a Pechino (?), o Barcelona – Real Madrid, che a dispetto della Supercoppa italiana si è giocata nel paese d’origine delle 2 squadre, in un doppio incontro in cui le 2 spagnole hanno dato spettacolo. Ma a tenere banco in questo caldo agosto, non sono state le notizie derivanti da tali partite, né il calciomercato, ma le “querelle” che hanno messo a confronto due tra le “caste” privilegiate esistenti nel nostro Bel Paese: quella dei politici e quella dei calciatori. Più che confronto, potrebbe parlarsi di un vero e proprio scontro, tra chi oggi in Italia gode di privilegi e notorietà. La scintilla che ha dato vita a tale situazione è relativa al pagamento del c.d. “contributo di solidarietà”, la nuova tassa decisa dal Governo già applicata ai dipendenti statali sin dallo scorso anno, e che adesso viene estesa sia ai pensionati “di lusso”, sia ai dipendenti del settore privato e ai lavoratori autonomi.
Questa tassa, senza che ci si addentri troppo in un discorso economico/finanziario, colpirà i redditi superiori a 90 mila euro, facendo scattare il cosiddetto contributo di solidarietà del 5% ; mentre per redditi superiori a 150 mila euro, il contributo sarà del 10%. Appare evidente come la categoria dei calciatori venga colpita da suddetta tassa, avendo essi per la stragrande maggioranza, guadagni ben al di sopra di tale tetto; cosicché i loro malumori non sono tardati ad arrivare.
L’Ad del Milan, Adriano Galliani, ha preso subito posizione sul tema dichiarando: “Guadagnano milioni di euro, non ci sono dubbi che debbano contribuire come tutti i cittadini italiani. Su questo punto non si transige, se non sono d’accordo facciano pure sciopero”. Inoltre Galliani ha puntualizzato che la tassa non verrà pagata dalle società, ma esclusivamente dai giocatori, come avviene per tutti gli altri lavoratori in Italia. A dare manforte a tali dichiarazioni e a tale pensiero, ci ha pensato anche il Ministro della Semplificazione Amministrativa, Roberto Calderoni, che ha ‘tuonato’ anche a difesa della propria ‘casta’ d’appartenenza, quella dei politici, dichiarando: “Se dovessero continuare a minacciare scioperi o ritorsioni, proporrò che come ai politici anche ai calciatori venga raddoppiata l’aliquota del contributo di solidarietà“. Subito dopo Calderoni ha aggiunto: “I calciatori fanno i capricci: non so se sia giusto o meno il contributo di solidarietà, ma se c’è qualcuno che dovrebbe pagarlo sono proprio i calciatori, che rappresentano la casta dei viziati”…
Quando ci si ritrova dinanzi ad esternazioni di tal fattura, la prima cosa che passa per la mente, a noi ‘poveri cristi’ (mi piace usare questo termine caro ad un bravo cantautore calabrese), è un detto o proverbio tra i più conosciuti che recita: “Da che pulpito vien la predica”, che vuole sottolineare coloro che danno consigli in piena contraddizione col proprio comportamento.
Che la categoria dei calciatori (fatte salve le eccezioni) sia ‘viziata’ e ‘strapagata’, l’abbiamo sottolineato tante volte, in tanti articoli diversi; ma che adesso a lamentarsi siano proprio i politici, rilevando privilegi altrui, come se loro non ne avessero, è inaccettabile ! Mettendo da parte ‘guarentigie’, auto blu, etc, e limitandoci ad osservare solo l’ambito “pallonaro”, vediamo come i politici entrino gratis in tutti gli stadi italiani. La circostanza che a loro vengano riservati posti in prima fila, in tribune d’onore con seggiolini in pelle, è ormai prassi.
Evidentemente il Ministro Calderoni è all’oscuro di ciò, non sa ad esempio che allo stadio di Milano, quindi nella “sua” terra lombarda, sono 320 i biglietti che vengono gratuitamente riservati all’Amministrazione comunale, per ogni manifestazione di San Siro. Lo prevede la convenzione sottoscritta fra le società calcistiche e il Comune di Milano, per la concessione d’uso e la gestione degli impianti. L’accordo prevede che il carnet di biglietti sia destinato a «esigenze di rappresentanza» del Comune, e stabilisce anche dettagliatamente la ripartizione dei posti.
La stessa “prassi” è ben radicata nella Capitale, città del potere politico, dove “l’ingresso gratuito all’Olimpico è uno status symbol radicato, ambitissimo e bipartisan”, come sottolineano inchieste giornalistiche al riguardo. Di solito accade che Onorevoli, Consiglieri, Sottosegretari, Ministri, si rivolgano direttamente a Petrucci, Presidente del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), a metà settimana, comunicando il numero dei biglietti desiderati. Saranno poi gli autisti e i portaborse a ritirarli. Pare che per il Derby Lazio – Roma, le richiesta di biglietti gratuiti sia talmente eccessiva, che una sessantina di posti “in piedi” debbano essere riservati esclusivamente agli uomini delle scorte.
Si tratta di una situazione che non ha corrispondenti altrove, tanto che il nuovo Presidente dell’ASR Roma, l’americano Tom Di Benedetto, è rimasto esterrefatto quando, dopo aver visto i politici all’Olimpico presenti in buon numero, e dopo aver chiesto ad un suo amico fidato quanto questi pagano, si è sentito rispondere: “nulla” !
Ecco l’Italia delle ‘caste‘, dei calciatori e dei politici privilegiati da un lato e dei ‘poveri cristi‘ come noi dall’altro, che per assistere ad un incontro di calcio dobbiamo sborsare quattrini, fare file ai tornelli ed essere sottoposti a perquisizioni di routine.
A noi “poveri cristi”, legati al calcio da passione vera e non da celati interessi, le ‘caste’ non ci piacciono proprio, a meno che non facciano Letizia di nome…
Marco Giacomantonio-reggionelpallone.it
Commenti