Tanto per iniziare, un pallone. Ogni bambino cresce accanto a una sfera rotolante: divertirsi a rincorrerla e calciarla qua e là è la massima aspirazione infantile, l’ultimo pensiero prima di andare a letto e il primo al risveglio. La passione è di tutti, ma il talento ne bacia pochissimi. Gianni Morandi cantava ‘Uno su mille ce la fa’, se si pensa alla proporzione tra l’infinita schiera di ragazzini che si affacciano su un qualsiasi campetto e quelli che anni dopo riescono ad emergere, le cifre sono paragonabili. Nicolas Viola si è lasciato i mille bimbi alle spalle, dimostrandosi centrocampista dal piede sopraffino:
Nicolas, un pallone tra i piedi sin da piccolo…
“Si, in effetti è così, ringrazio mio padre per avermi trasmesso questa passione. Lui giocava nella Taurianovese (squadra della provincia di Reggio Calabria, ndr), proprio andando a vedere giocare lui ho iniziato a innamorarmi di questo sport. Anche io e mio fratello Alessio abbiamo iniziato lì. Ci separa solo un anno (Nicolas è del 1989, Alessio del 1990, ndr), passavamo il tempo a giocare sempre insieme”.
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Per quale squadra facevi il tifo da piccolo e chi era il tuo idolo?
“Ammiravo le giocate di Baggio, un fuoriclasse assoluto. Ho sempre tifato per il Milan, i miei primi ricordi calcistici sono legati proprio alla sua esperienza in rossonero”.
A che età sei arrivato alla Reggina e cosa ricordi dell’epoca?
“Avevo dieci anni, ricordo ancora l’emozione di quel giorno. Entravo a far parte del settore giovanile della mia squadra del cuore, speravo potesse essere un trampolino di lancio. Al S.Agata sono cresciuto tanto come calciatore e come uomo”.
(il resto dell’intervista lo potete trovare nell’ultimo numero del mensile ‘Calcio 2000’, numero di Settembre)
Pa.Rom
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