Stavolta niente finale stregato, anche se le coronarie dei tifosi amaranto sono state messe a dura prova. La Reggina rialza le braccia al cielo, tornando alla vittoria dopo 6 giornate e balzando da sola al 5° posto, in attesa del recupero tra Novare e Torino. E’ il successo di un gruppo che non ha mai mollato, e che nei momenti di difficoltà è stato sorretto dall’esperienza e dalla qualità dei “senatori”: uno su tutti Christian Puggioni, autore di un intervento pazzesco, col quale ha negato la doppia rimonta ai padroni di casa. In mezzo, ad onor del vero, mettiamoci anche quel pizzico di fortuna in più, che a differenza delle ultime apparizioni oggi ha decisamente sorriso ai “ragazzotti” di Atzori.
LE FORMAZIONI- Bergodi recupera Greco, e può così affidarsi al 4-4-2, con l’ex Genoa e Stanco terminali offensivi. Dall’altra parte, Atzori dopo aver sciolto i dubbi della vigilia risponde col classico 3-5-2: la sorpresa del giorno è Alessio Viola, gettato nella mischia dal primo minuto al posto di Campagnacci.
MANNA DAL CIELO- La prima frazione è al piccolo trotto, anche perchè in fase di manvora entrambe le squadre finiscono sempre con lo sbagliare quel “tocco di troppo”. Il primo squillo è della Reggina, con Barillà che al 13′ sorprende tutti, e su punizione tocca corto per Bonazzoli invece di spedire al centro: lo schema non è sfruttato a dovere dal bomber, che spara alto. La cerniera di centrocampo costruita da Atzori regge a meraviglia, e per mezz’ora i canarini riescono a rendersi insidiosi solo con un cross di Mazzarani, deviato in corner da Acerbi (ancora una prestazione monumentale per il “promesso sposo” del Genoa). Ai padroni di casa, la prima vera palla gol la regala Cosenza, che si addormenta clamorosamente su Greco: per fortuna di Puggioni, il pallonetto dell’attaccante finisce sopra la traversa. Graziati da Greco, gli amaranto riprendono il filo conduttore del match, anche perchè l’intesa tra un generosissimo Bonazzoli ed Alessio Viola cresce di minuto in minuto. Al 35′ il capitano serve di testa per il compagno di reparto, anticipato in extremis dai difensori emiliani. Al 40′, i gialloblù si fanno male da soli: sugli sviluppi del secondo angolo consecutivo per la Reggina (in realtà andava concessa la rimessa dal fondo al Modena, visto che a toccare per ultimo era stato Cosenza), Greco infila la propria porta, nel tentativo di anticipare Adejo.
RIPRESA AL CARDIOPALMA- Al ritorno dagli spogliatoi, la dea bendata sorveglia la porta reggina, quando il cross sbagliato di Rullo si trasforma in un perfido tiro che timbra la traversa. I locali appaiono trasformati, e al 5′ ci vuole tutto il talento di Puggioni, bravissimo nel respingere il tiro di Greco, ottimamente servito da Signori. Le velleità modenesi tuttavia, vengono tramortite solo 2 minuti più tardi, grazie al perfetto cross di Colombo, sul quale Alessio Viola si avventa in spaccata mettendo la sfera alle spalle di Alfonso. La Reggina adesso sembra poter fare un solo boccone dei disorientati avversari, anche se al 17′, su un corner deviato da Rizzato, è ancora la traversa a salvare Puggioni. Il match si riapre al 21′, a causa dell’ingenuità di Adejo, che prima si fa passare d Greco, e poi completa l’opera stendendolo in piena area sotto gli occhi dell’arbitro. Il rigore ci sta tutto, e lo stesso Greco trasforma con glaciale freddezza, facendosi in parte perdonare lo sciagurato autogol. Negli ultimi 20 minuti succede di tutto, da una parte e dall’altra. Al 25′ Giampà conclude in maniera inguardabile un’ottima azione sviluppata sull’out sinistro dal team di Bergodi, vanificando l’assist di Rullo e il velo di Greco. Tra il 30′ ed il 33′ però, è la Reggina a mangiarsi le mani: prima Alfonso respinge la botta di Colombo (micidiale il secondo tempo dell’ex Torino) con Campagnacci che viene colto in controtempo e non riesce a ribadire in gol, e poi lo stesso Colombo colpisce l’esterno della rete. I gialloblù si spaccano a metà nel tentativo di rimettere le cose a posto, gli amaranto si difendono a denti stretti, provando a sfruttare le praterie in contropiede.
SUPER PUGGIONI- I titoli di coda, vedono il Modena sprecare l’impossibile. Al 36′ Perna fallisce da metri zero una rete che persino un difensore dovrebbe fare ad occhi chiusi, mentre tra il 38′ ed il 41′ è stanco a sprecare altre due ghiotissime opportunità, mandando fuori alla destra di Puggioni sia di testa che di piede. Quando non sono gli emiliani a sbagliare, ci pensa il portierone amaranto a salire imperiosamente in cattedra: la parata di piede che ferma Mazzarani, a 3′ dalla fine, vale quanto una rete. La Reggina tiene botta nonostante l’ingenua espulsione di De Rose (doppio giallo) e si concede anche il lusso di fallire nuovamente il tris con Campagnacci, che al 41′ non riesce a servire Tedesco in una situazione di “due contro uno”, e in pieno recupero spara addosso ad Alfonso un pallone che chiedeva solo di essere buttato dentro. Dopo un interminabile supplemento di 4 minuti e mezzo, il triplice fischio viene accolto come una liberazione: Reggio può tornare a sognare.
Ferdinando Ielasi-Reggionelpallone.it
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