Sarà l’illustre ex della sfida di sabato al Braglia. Una sfida di quelle che, probabilmente, il DOTTORE Iacopino non vorrebbe mai giocare.Infiniti i ricordi, grande l’emozione: Franco Iacopino si racconta in esclusiva a Reggionelpallone.it, a -3 dal match tra i gialloblù e gli amaranto. Aneddoti e retroscena, in grado ancora oggi di mettere i brividi dietro la schiena.
Dottore, qual è stato il presidente della Reggina con il quale ha avuto il miglior rapporto?
“Tutti mi hanno insegnato qualcosa e ciò mi ha permesso di stare per tanti anni nel calcio. Comunque scelgo Matacena”.
Con quale calciatore invece, resiste ancora una forte amicizia?
“E’ difficile scegliere, ma non c’è giorno che Toschi, che stiamo aiutando perché vive un momento di difficoltà, non mi chiami al telefono. E sono passati più di 40 anni da quando arrivò alla Reggina. Abita ad Altopascio, e presto ci incontreremo. Però anche Sciannimanico, De Marco, Nocerino, Del Fabbro, Corona e Saviano, tanto per citarne alcuni, si fanno abitualmente sentire. E’ un elenco talmente lungo, che è difficile menzionare tutti”.
Restando in tema, ci può raccontare qualche aneddoto particolare legato ad un ingaggio?
“Non dimenticherò mai l’estate del 1987, quando, per far firmare il cartellino a Vincenzo Onorato in scadenza di contratto con l’Ischia, ci barricammo in un cinema di Firenze per sette ore. Vedemmo sempre lo stesso film, per non essere intercettati dai suoi amici napoletani che lo volevano dirottare da altre parti: era un centravanti molto ambito per la categoria, in quanto aveva appena vinto la classifica cannonieri. Riuscimmo nell’operazione, pagandolo appena 58 milioni (il parametro che vigeva allora quando un calciatore andava in scadenza, ndr) e vendendolo dopo due stagioni al Messina per 900”.
Tra i direttori sportivi chi è stato quello più scrupoloso e valido sotto l’aspetto tecnico e umano?
“Ho avuto un maestro di nome Dolfin, ma un’altra persona straordinaria è stato Cataldo, il quale mi ha fatto conoscere i trucchi del mestiere”.
L’allenatore che ha lasciato un ricordo indelebile?
“Maestrelli e Segato. Al secondo, in particolare, sono stato accanto negli ultimi momenti della sua vita, al punto che quando ci trovavamo a tavola, tagliavo la sua bistecca per farlo mangiare”.
Tra Foti e Iacopino chi è stato a sbattere la porta?
“Nessuno dei due, perché ognuno è andato per la propria strada, quando ha capito che le strade non coincidevano”.
Modena isola felice?
“Un’isola che ti fa lavorare serenamente. All’inizio sono stato accolto con qualche riserva, ma adesso per loro sono un mito”.
Parere da reggino: la serie B sta stretta ai tifosi, o dovranno conviverci a lungo prima di ritornare in serie A?
“La Reggina nell’olimpo del calcio c’è stata per 9 anni, e potrebbe ritornarci perché è una risorsa importante, soprattutto per la città. Credo che bisognerebbe fare l’impossibile affinché non rimanga un sogno, anche se i problemi della pignata li conosce solo chi ha in mano il mestolo”.
Se un giorno dovesse giungere una telefonata per ritornare alla Reggina, lascerebbe Modena?
“Sono nato e ho casa a Reggio, ho fatto un percorso lavorativo con la squadra della mia città, e oggi vi dico che non ci penserei un attimo a dire di sì. Alla base di tutto però, vorrei conoscere le condizioni”.
Come finirà Modena-Reggina?
“Spero che vinca il Modena, visto che è la mia società. Ovviamente, questa vittoria la accoglierei da un lato con gioia, ma dall’altro con grande sofferenza”.
Chi bisognerà temere dei “canarini”?
“Tutta la squadra, perché se i calciatori girano il Modena se la batte con tutte. Ha sbagliato solamente due gare, con la Reggina all’andata e col Varese”.
Lorenzo Vitto -Reggionelpallone.it
(nella foto, Franco Iacopino premiato da rnp prima della gara di andata col Modena)
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