Contro un ostico Siena gli amaranto ottengono il terzo pareggio consecutivo ,ma continuano a non segnare.
Una Reggina determinata ed in crescita atletica e mentale, ferma la superfavorita squadra senese con una prestazione senza fronzoli e di grande sostanza . La terza partita senza subire reti accresce i meriti degli amaranto, che con il collaudato modulo (3-4-1-2)mantengono la zona play-off e mostrano tangibili segni di continuità . Un Siena prudente con un sistema (4-4-2), meno offensivo del solito, alla fine non punge come previsto.
Primo Tempo- Rispetto a Crotone, lo schieramento amaranto con Barillà al posto di Rizzato. Fasce più protette e meno offensive per il Siena che ,dei quattro ex in campo, posiziona Brienza a fianco di Mastronunzio . Buono l’inizio degli uomini di Atzori che vanno al tiro per ben due volte nei primi dieci minuti, pur se da fuori area. Poi il Siena assume il comando del centrocampo, e conquista punizioni pericolosissime : su una di queste Terzi di testa colpisce a botta sicura, ma il palo salva gli amaranto. Predominio territoriale dei senesi dunque, e Reggina che rimane attenta in fase difensiva, ma non riesce a ripartire ed offendere. Giusto lo zero a zero del primo tempo .
Secondo Tempo- Una Reggina più intraprendente sembra cambiare l’inerzia della partita . Concede meno spazi sulle fasce agli uomini di Conte e ottiene più possesso palla, ma senza costruire azioni pericolose . Siena più guardingo e timoroso, soprattutto rispetto alla prima frazione. Nonostante le sostituzioni dei due allenatori, che non mutano gli assetti tattici , le difese hanno il sopravvento sugli attaccanti e la partita scorre senza occasioni da rete per nessuna delle due contendenti. Logico il pareggio finale che accontenta le due formazioni .
Considerazioni- Se due indizi fanno una prova, questo terzo pareggio consecutivo ,senza reti, dà la certezza di un cambio di atteggiamento inequivocabile degli amaranto : squadra meno sbarazzina e spensierata e più attenta a non subire, forse sapendo di avere poche armi per offendere. Niente paura o allarmismi perché ciò è segno di raggiunto equilibrio mentale e tattico . Chi critica dovrebbe ricordare che i programmi iniziali erano quelli di raggiungere prima possibile l’obiettivo salvezza. Più in là magari, si potrà tornare ad impostare gli incontri con più spavalderia ed incoscienza, sbilanciandosi alla ricerca di quel “qualcosa in più”. Spetta alla società ed al presidente” irrobustire qualitativamente” quest’organico per far si che le speranze di tutti diventino CERTEZZE.
Sandro De Raco
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