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Varese: Metafora azzardata, ma certamente calzante: “Lasciate ogni speranza, o voi che entrate”, l’inferno di Dante agita i pensieri di chi, da due anni a questa parte, si trova nella malaugurata posizione di far visita al Varese. Il “Franco Ossola” è impenetrabile, ogni avversario che prova a opporsi alla furia dei ragazzi di Sannino viene risucchiato da una fitta coltre di nebbia, uscendone trafitto, o con stampato un sorriso a trentadue denti in caso di uno striminzito pari. Il Torino, imbattuto da mesi sabato si è presentato baldanzoso, pronto a proseguire la striscia positiva e avvicinare proprio i padroni di casa. Varese 3, Torino 0: questo il netto e lapalissiano finale. Impossibile non pensare al doppio salto, le mura di casa sono troppo robuste per tremare, sognare è lecito. Prego, avanti il prossimo, si accomodi: sul risultato finale non si accettano scommesse. Chi se lo immaginava rosso di sicuro non sbagliava. L’inferno, o un suo parente terrestre, si trova a Varese.
Sassuolo: E’ presto per alzare i calici della vittoria e brindare a una retrocessione scongiurata. Il Sassuolo sembrà però aver ritrovato lo smalto perduto in questo inizio 2011: due partite tutt’altro che facili (Reggina in trasferta, Livorno in casa) quattro punti raccolti e zero goal subiti. Gregucci sembra aver trovato il bandolo della matassa, con Bruno centravanti e Catellani e Quadrini ai suoi fianchi, centrocampo e difesa badano innanzitutto a non prenderle. Caduto nel baratro dopo che i pronostici lo davano tra i favoriti per la promozione, il Sassuolo ha dovuto pagare lo scotto di chi immaginava di lottare per la Serie A e invece si trova a dover combattere per evitare la retrocessione. Il tracollo psicologico non è di poco conto, il pericolo di vedersi azzerate le motivazioni esiste. Gli emiliani nelle ultime giornate però sembrano aver superato il guado, e i valori tecnici emergono in tutta limpidezza: la squadra ha una caratura ben superiore rispetto alle altre squadre di bassa classifica. Non si tratterà di vedere le magie di Ibra o Eto’o da pochi centimetri, farsene una ragione è il primo passo verso la salvezza.
Flop
Ascoli: Ogni medicina apporta il suo beneficio, terminato l’effetto è probabile si ritorni allo stato precedente. L’aspirina dell’Ascoli si chiama Castori, pompiere arrivato qualche settimana fa per cercare di salvare la baracca dalle fiamme. I primi risultati davano ragione all’ex allenatore del Cesena, bravo a stimolare il gruppo, isolandolo dai problemi finanziari della società. Le difficoltà però non hanno abbandonato nemmeno per un attimo i marchigiani, stritolati da penalizzazioni in serie. Sono cinque i punti attualmente tolti ai bianconeri, con i quali la classifica avrebbe un altro senso. Pesantissime le due sconfitte di questo 2011, perché arrivate contro dirette concorrenti, Triestina e Grosseto. Situazione desolante, difficile a questo punto evitare il peggio. Castori può spegnere le fiamme o tamponare l’emergenza, per i miracoli rivolgersi altrove.
Cittadella: Bravi a tirarsi fuori dai guai, i veneti hanno impiegato un amen per ricadere nelle zone calde. Quattro partite, due pareggi e due sconfitte, i numeri chiariscono oltremodo il momento difficile del Cittadella. Se poi il destino ti fa il regalo di recapitarti a domicilio l’ultima in classifica (il Portogruaro) e non riesci a superarlo, significa che qualcosa sta decisamente girando storto. Chi di sicuro non vive un periodo esaltante è Piovaccari, bomber dalle polveri bagnate. Il punto di riferimento offensivo di Foscarini non vede la porta da tempo, logico che il gioco si inceppi sul più bello. Il margine sulla zona play-out si è assottigliato ad appena tre punti, vietato perdere altri punti per strada. Le sabbie mobili della bassa classifica non godono di un’ottima reputazione.
Pasquale Romano
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