Pensate all’esplosione di uno stadio nel momento in cui il pallone travalica la linea di porta. Immaginatevi per un istante, quella forza d’urto provenire da migliaia di persone che contemporaneamente gridano: Gooooaaaallll !!!!!!!!! Molto probabilmente, quello è il momento più “sublime” per il tifoso della squadra che ha appena segnato, e la gioia provata in quell’istante, non può aver nulla a che vedere con un bel dribbling, una bella rovesciata, un cross etc. Ovviamente i goals non sono “tutti gli stessi”, e certamente quello “della bandiera” non potrà mai avere la stessa valenza emozionale di un goal vittoria segnato al 90esimo, magari durante un derby…
Molti sociologi hanno cercato di analizzare più profondamente il boato al momento del goal, in modo da capirne l’essenza, il valore intrinseco. Spesso questi uomini di intelletto sono finiti per accostarlo addirittura all’orgasmo che si prova durante un rapporto sessuale: un delirio collettivo dal lasso di tempo breve, che dopo la prima fase, quella focosa, lascia un breve intontimento, sino a che la ragione non riprende il sopravvento sull’istinto.
Purtroppo sembra che tali emozioni stiano per terminare, perché lo svuotamento degli stadi e la trasformazione degli stessi a luoghi di spettacolo al pari dei teatri, stanno cambiando anche tali dinamiche. Temo che tra meno di dieci anni, lo stadio sarà imborghesito di soli tifosi “fidelizzati” (quelli che il Governo ritiene “buoni” e muniti di carta del tifoso…), i quali si limiteranno ad applaudire le azioni di gioco più valide e scandiranno degli “olè” ai goals della squadra. A ben pensarsi, queste scene “moderne” già oggi si possono intravedere non solo nelle celebri consolle-videogiochi, ma anche negli sport americani, dove il tifoso assiste al match seduto in una comoda poltrona, e mangiando pop-corn e cheesburger. Purtroppo i vasti interessi economici che ruotano attorno al pallone, stanno snaturando lo sport più bello del mondo per renderlo al pari di show-business che non ci appartengono come cultura e che, soprattutto, sono in antitesi con ciò che è stato il calcio per decenni in Italia. Scene come quella che vede protagonista Vittorio Gasmann nei panni di un tifoso, immortalata in uno dei capolavori del cinema italiano, quale “I Mostri” di Dino Risi, non ci saranno più. Scomparirà anche l’immagine dei fratelli gemelli, capi tifosi della Longobarda, del celebre film di Lino Banfi “L’Allenatore nel Pallone”, che a fine campionato prendono il proprio allenatore e lo portano in trionfo…
Diverrà tutto più banale, più grigio, e forse per percepire le emozioni vissute, si dovranno rispolverare le vecchie videocassette, dove alcuni di noi, “malati” del calcio passato, registravano le puntate di “90° Minuto” firmato Paolo Valenti, Goal su Goal, e le bellissime “A Tutta B” e “C Siamo”, dove un giovane Carlo Verna apriva la trasmissione con quell’indimenticabile “un saluto da C siamo…Ci siamo da Napoli!”.
Marco Giacomantonio-Reggionelpallone.it
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