TOP
Piacenza. Madonna e la sua squadra si rispecchiano alla perfezione. Sempre sull’orlo del baratro i biancorossi, perennemente sul filo del licenziamento il tecnico, il quale riesce sempre a salvarsi. Sette vite come i gatti, stagione vietata per tifosi dal cuore ballerino. A fare visita al Piacenza sabato scorso è arrivato il Varese, squadra che aveva chiuso il 2010 come formazione più in forma del torneo cadetto, non si batte il Siena per puro caso. Madonna, in caso di sconfitta, avrebbe messo a repentaglio il suo futuro sulla panchina dei biancorossi, puntuale però è arrivato l’ennesimo colpo di coda a salvargli la pelle. Successo sul filo di lana, Anaclerio firma il 2 a 1 che fa ritornare al mittente la compagine di Sannino. Altro giro, altro emozionante saliscendi: non resterà che aspettare, per vedere se la bilancia penderà finalmente da un lato piuttosto che da un altro. Madonna resiste e fa gli scongiuri, forse la chiave sta proprio nel cognome, pregare per credere.
Pescara. Se davvero il Pescara, come sbandierano i dirigenti da inizio anno, è partito per una semplice salvezza, Di Francesco potrebbe ritenere già terminato il suo lavoro. I trentuno punti raccolti alla fine del girone d’andata infatti hanno appena bisogno di un lieve ritocco per far giungere in un porto sicuro la barca abruzzese. Merito del tecnico, che ha tratto il massimo da una squadra piena di grinta e volontà ma anche di difetti. La vittoria di misura sul Cittadella non fa che confermare la bontà del lavoro svolto da Di Francesco, che in sede di mercato ha chiesto (e ottenuto) il rinforzo in attacco. Bucchi potrà portare in dote esperienza e reti al servizio di una squadra che proprio nell’attacco ha una delle note dolenti. Chi ha di fatto già centrato l’obiettivo, è difficile che senta il bisogno impellente di rinforzarsi. Il Pescara evidentemente ha alzato l’asticella, la salvezza tranquilla adesso ha un altro nome.
Â
FLOP
Novara. Si era largamente preventivato, impossibile correre come dei forsennati per tutto il corso del campionato. Non facendo parte della categoria dei robot, era logico aspettarsi un calo fisiologico degli uomini di Tesser, spremuti da un girone d’andata giocato su livelli altissimi. I due pareggi, sofferti, delle ultime giornate avevano lanciato il campanello d’allarme a fine 2010. I piemontesi speravano la sosta fosse utile per recuperare energie, così non è stato: la sconfitta di Modena ha certificato la flessione del Novara, le prossime partite diranno se si tratta di crisi vera e propria. Intanto i due punti raccolti in tre giornate hanno notevolmente accorciato la distanza dai inseguitori, per la gioia di Conte che nota il fiatone degli avversari e sa che è questo il momento giusto per agganciarli, missione appena compiuta dall’Atalanta. Periodo decisivo per il Novara, che dovrà far capire agli altri, ma soprattutto a sé stesso, di che pasta è fatto. La serie B non è materia facile, la promozione diretta affare piuttosto complicato. Â
Reggina. Ogni campionato offre dei treni sui quali bisogna salire senza pensarci due volte. La Reggina contro il Sassuolo invece ha declinato l’invito, gettando due punti come se niente fosse. Gli avversari, alle prese con difficoltà di classifica (e in particolare in trasferta) erano da superare, almeno una volta conquistata la superiorità numerica. Per qualche minuto si è giocato anche undici contro nove, ma non è bastato ai calabresi per cogliere bottino pieno. Atzori ha cambiato modulo in partenza e a fine primo tempo, ha ritrovato Bonazzoli ma non la vittoria, che era ciò che gli premeva maggiormente. Non è partita per andare in serie A, questa Reggina: il buon avvio e la scoperta di alcuni giovani di valore ha però permesso ai calabresi di disputare quasi tutto il girone d’andata in zona play-off, segno che alcuni valori si possono pure ribaltare. Se si vuole davvero lottare per giungere a un’appendice di campionato, certe occasioni sono assolutamente da non fallire, e bene tenerlo chiaro in mente.
Â
Pasquale Romano
Commenti