Non è scoppiettante l’inizio del nuovo anno per la Reggina, frenata in casa dal Sassuolo .
Scialba prestazione dell’undici amaranto, che non riesce a superare i neroverdi emiliani determinati e tonici nonostante le due espulsioni che ne condizionano il finale di partita .Il cambio di modulo (4-3-3 che diventa sovente un 4-3-1-2) attuato da mister Atzori ,probabilmente non ancora del tutto assimilato, blinda la difesa reggina ma ne soffoca la manovra offensiva resa sterile anche dagli uomini di attacco , leggeri e poco avvezzi, ad esclusione di Bonazzoli e Tedesco, alle astuzie della serie B.
Primo Tempo- Partita bloccata dagli atteggiamenti tattici speculari delle due squadre, con leggero possesso di palla amaranto . Un solo tiro verso la porta avversaria di Missiroli che non impensierisce la retroguardia ospite è il frutto di uno tiepido approccio alla gara degli uomini di mister Atzori . La band di Gregucci al contrario , pressando con intensità ,impensierisce Puggioni, ma solo con qualche tiro da fuori area. Logico lo zero a zero che conclude il primo tempo .
Secondo Tempo- Nella Reggina entra Campagnacci per Barillà e di fatto Atzori schiera la squadra con un 4-3-3 “puro” . La mossa non cambia molto l’involuto gioco degli amaranto, che, pur prendendo possesso della metà campo ospite e cercando un pò di più le fasce laterali, giocano sempre in orizzontale senza procurarsi palle goal. Il Sassuolo si difende senza affanni: Gregucci prima disegna un 4-4-1 quando i suoi rimangono in 10 e poi lascia scoperta la zona d’attacco quando viene espulso anche Martinetti, ma nonostante ciò riesce a portare via dal Granillo un giusto e meritato pareggio. Lo zero a zero finale rispecchia le difficoltà amaranto e le sufficienze degli emiliani .
Considerazioni- Non si discutono l’ impegno e la volontà dei giocatori della Reggina, che si applicano allo sviluppo di un modulo nuovo e che godono di attenuanti legate alla lunga sosta con” richiami” di preparazione atletica . Un punto non è mai da disprezzare, ed i trentadue raccolti alla fine del girone di andata sono un buon viatico per costruire qualcosa d’importante. Fatte queste premesse, è ovvio taggiungere che serve segnare, altrimenti non si possono coltivare ambizioni ma solo illusioni . Servirà dunque non cullarsi, ma “attrezzarsi “per competere con squadre che ,al momento, sia per organici che per qualità di gioco sembrano superiori. E’ arrivato il momento di capire se rimanere in coda al gruppo delle pretendenti o mettere la freccia e . . . SVOLTARE .
Sandro De Raco
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