Fortunato Bernardi, Rosario Perri, Francesco Stranges, Vinicio Puppi, Giovanni Cannizzaro, Pasquale De Luca e Domenico Palazzo.
No, non sono nomi né di calciatori né di dirigenti, anche se Fortunato Bernardi era il padre del calciatore del Cosenza trattato a lungo quest’estate dalla Reggina, nonché lo zio della giovane promessa interista, Natalino. Si tratta, purtroppo, dei sette cicloamatori che domenica scorsa hanno perso la vita a Lamezia Terme, per colpa della follia altrui. Una tragedia immane, quasi surreale, mentre divampano, cariche di rabbia, le polemiche verso chi dovrebbe garantire una maggiore sicurezza nelle strade.
In questi casi, i commenti lasciano sempre il tempo che trovano. In questi casi, ogni singola parola, ogni singolo pensiero, rischiano sempre di essere risucchiati nella sterile demagogia e nell’inutile populismo. L’unica cosa che possiamo fare (pur consapevoli di quanto sia piccolo il nostro gesto, di fronte ad un dramma così grande) è utilizzare il consueto spazio riservato alla disamina sulla serie D, per stringerci idealmente intorno all’inconsolabile dolore delle famiglie delle vittime.
Oggi avremmo dovuto parlare della 17^ giornata del girone I, ma siamo consapevoli che farlo sarebbe quasi un sacrilegio, così come sarebbe stato un sacrilegio far giocare Sambiase-Real Nocera, che infatti è stata rinviata per lutto cittadino. Proprio lo stadio che avrebbe dovuto ospitare il match, traboccava come non mai di gente per dare l’ultimo saluto saluto a sette “martiri”, colpevoli solo di essersi trovati sul posto sbagliato nel momento sbagliato, per dar vita ad una grande passione. Sette martiri cher hanno perso la tappa della vita, stravincendo però quella del ricordo…
f.i
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