Emiliano Mondonico
Nato a Rivolta D’Adda (Cremona) il 9 Marzo del 1947
Non si può certo dare torto, a chi lo ha definito “lo special one” della serie B. Più di 1000 panchine all’attivo, un cammino fantastico in Europa, una coppa Italia vinta, e un numero di promozioni (cinque) che nessuno è riuscito ad eguagliare. Emiliano Mondonico, uno dei tecnici più veri e ruspanti del calcio italiano, ma soprattutto uno dei più preparati. Per capire quanto valga questo allenatore, chiedete a Bergamo e soprattutto a Torino, laddove al “Mondo”, così come si fa per i grandi artisti, hanno dedicato persino una mostra…
La carriera da calciatore- Ala tutta genio e sregolatezza, che negli ultimi 16 metri sapeva fare molto male agli avversari. Il Mondonico calciatore vive a Cremona la sua prima vera esperienza: 19 gol in 2 stagioni con i grigiorossi, che gli valgono la chiamata in serie A, destinazione la Torino granata. Era il Toro che lottava ancora per grandi traguardi quello dell’epoca, il Toro dei vari Agroppi, Sala, Pulici etc. In quella squadra il giovane Mondonico non riesce a trovare grande spazio, e dopo 2 soli campionati ritorna in Lombardia: una salvezza col Monza in B (impreziosita da 7 reti), una breve parentesi con l’Atalanta in A, ed infine il ritorno nella sua Cremona, dove diventa un vero idolo: 7 campionati e 69 reti (88 in totale, quelle realizzate in grigiorosso), prima di appendere le scarpe al chiodo a soli 32 anni.
Palmares- 1 Promozione dalla C alla B (Cremonese, 76-77), 1 Promozione dalla D alla C (Cremonese, 67-68).
La carriera da allenatore- Inizia laddove aveva finito, entrando subito nella storia con la Cremonese, portata in A per la prima volta nel 1984 dopo aver lanciato in orbita un giovanissimo Gianluca Vialli. A dispetto dell’immediata retrocessione in B, Mondonico dimostra subito di essere un big della panchina, guidando nell’86-87 il Como verso uno straordinario 9° posto. E’ solo l’inizio di un’avventura straordinaria, che prosegue l’anno dopo con l’Atalanta: sotto la sua guida, gli orobici tornano subito in serie A, e nella massima serie sbalordiscono tutti, ottenendo un 6° e un 7° posto. La stagione del ritorno in A inoltre, coincide per i nerazzurri con un leggendario traguardo: pur militando in serie cadetta, l’Atalanta arriva infatti fino alle semifinali della Coppa delle Coppe, competizione raggiunta grazie alla finale di Coppa Italia disputata l’anno prima contro il Napoli.
Diventato l’emblema del calcio di Provincia, Mondonico nel 90 si trova davanti la grande occasione della carriera: guidare il Torino, fresco di promozione con Fascetti. Con lui, il Toro torna grandissimo: il “Mondo” costruisce insieme a Moggi una squadra eccezionale che termina sempre nella parte alta della classifica, vincendo una Coppa Italia nel 92-93 e sfiorando la vittoria della Coppa Uefa, sfumata nella doppia finale con l’Ajax a causa della regola dei gol in trasferta (in quella stessa competizione, Lentini e compagni in semifinale eliminarono nientemeno che il Real Madrid). Nel ’94, ritorna a Bergamo con lo stesso compito di 7 anni prima, ovvero riportare gli orobici in A: la missione riesce subito, ma dopo aver sfiorato l’impresa di vincere la sua seconda coppa Italia (finale persa con la Fiorentina), nel ’98 il tecnico cremonese conosce la seconda retrocessione in B. Il pingpong tra Bergamo e Torino continua nel ’99, anno in cui ritorna nella città della Mole: la terza vittoria immediata del campionato cadetto, è seguita tuttavia dalla seconda retrocessione in B, nel 99-2000.
Così com’è successo a quasi tutti i suoi colleghi, Mondonico conosce il periodo no: prima non riesce a salvare il Napoli dopo essere subentrato a Zeman, e poi a Cosenza viene esonerato 2 volte in 2 anni. Nel 2003-2004, il Mondo si risolleva,e dopo aver preso il posto di Cavasin, vince il campionato cadetto con la Fiorentina, al termine di un tiratissimo spareggio col Perugia. Chiusa in malo modo l’avventura a Firenze (esonerato al termine del pareggio di Udine, a causa di alcuni contrasti con tifoseria e società), si rimette in gioco con l’Albinoleffe, club col quale ottiene una salvezza che sembrava impossibile e un successivo lusinghiero 10° posto. Grande delusione invece nella sua Cremona, dove nel 2007-2008 il ritorno in B gli sfugge per un pelo, e nel 2008-2009 si dimette dopo 3 mesi.
L’anno scorso, è subentrato a Maddonna alla guida dell’Albinoleffe: il Mondonico bis ha dato i frutti sperati, e i lombardi hanno festeggiato la salvezza in serie B. Quest’anno, l’obiettivo rimane invariato: alla guida del loro “special one”, i laneri sperano di farcela nuovamente, staccando il biglietto per la cadetteria 2011-2012.
Palmares- 1 Coppa Italia (92-93), 5 promozioni dalla B alla A (Cremonese 83-84, Atalanta 87-88 e 94-95, Torino 98-99, Fiorentina 2003-2004), 1 Mitropa Cup (Torino 90-91).
Precedenti con la Reggina- 3 vittorie (Torino-Reggina 2-1 99-2000, Napoli-Reggina 6-2 2000-2001, Albinoleffe-Reggina 2-0 2009-2010), e 6 sconfitte (Reggina-Torino 1-0 98-99, Torino-Reggina 1-2 98-99, Reggina-Torino 2-1 99-2000, Reggina-Napoli 3-1 2000-2001, Reggina-Cosenza 1-0 2001-2002, Reggina-Albinoleffe 3-1 2009-2010).
Ferdinando Ielasi-Reggionelpallone.it
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