Fiorentino doc, ha mosso i primi passi nel Prato, prima delle due stagioni che l’hanno imposto all’attenzione generale: dodici reti nel Foggia nel 2004\2005, sedici nel Perugia l’anno seguente. A quel punto arriva la chiamata dell’Albinoleffe, quattro le stagioni con la squadra bergamasca, con quasi cinquanta reti all’attivo (46 per la precisione). Arrivato alla naturale scadenza del contratto, Cellini ha deciso di ripartire da Varese, neo-promossa che guidata dal tenace Sannino si trova nelle zone alte della classifica. Alla vigilia dell’importante sfida di domani, l’attaccante toscano (finora due reti in campionato), spazia dal passato al presente:
Allora Cellini, quattro anni importanti a Bergamo, quest’estate la separazione. Voluta da chi?
“Dopo quattro anni belli, per me come per l’Albinoleffe, ho ritenuto giusto cambiare aria. I rapporti con la società sono rimasti ottimi, ha prevalso la mia volontà di misurarmi con una nuova esperienza”.
Hai scelto il Varese, neopromossa nel campionato cadetto: spinto da cosa?
“Sono stati decisi nel volermi, questo ha influito nella mia scelta. Sapevo che si trattava di una società seria, volevo farmi contagiare dal loro entusiasmo”.
Adesso la squadra vola, imbattibilità che dura in campionato da nove giornate, Varese che con il colpaccio di Padova entra in zona play-off: cosa è scattato, ci sono stati accorgimenti da un punto di vista tattico?
“Tatticamente no, il mister ci sta facendo giocare da inizio anno con il solito modulo (4-4-2, ndr). E’ cresciuta la fiducia, adesso abbiamo la convinzione di potercela giocare con chiunque”.
Soprattutto in casa lasciate le briciole agli avversari, zero sconfitte casalinghe per il Varese. Qual è il segreto?
“La grande attenzione in fase difensiva. Sannino insiste molto su questa componente, ci chiede grinta e applicazione soprattutto per quanto riguarda la fase di non possesso”.
A proposito del tecnico, destano curiosità e interesse i metodi di Sannino, si parla di un rapporto singolare con i calciatori. Cosa ti ha colpito maggiormente dell’allenatore?
“Proprio il suo modo di raffrontarsi con noi giocatori. Il rapporto e schietto, diretto, senza fronzoli. Non evita di utilizzare qualche espressione colorita, ma se serve a incitare ulteriormente il gruppo ben venga”.
L’obiettivo salvezza a questo punto sembra riduttivo, in caso di vittoria con la Reggina sareste a ridosso delle prime…
“No no, assolutamente. Andiamoci piano, i piedi rimangono ben saldi al terreno. Stiamo mettendo fieno in cascina, il campionato di B è lungo e insidioso. Non facciamo nessun proclama, l’obiettivo rimane la salvezza”.
Veniamo alla partita di domani, cosa pensi dei prossimi avversari?
“La Reggina è un’ottima squadra, sinceramente credo sia una delle squadre più attrezzate della categoria. Hanno due-tre giocatori di categoria superiore, e intorno un gruppo solido e organizzato. Credo lotterà sino all’ultimo per la promozione”.
Conosci qualche giocatore amaranto in particolare?
“Si, i due esterni Colombo e Rizzato. Con il primo ci ho giocato quando eravamo nelle file dell’Albinoleffe, con il secondo a Perugia. Mi aspetto di vederli domani in campo”.
Chi pensi sia il giocatore più pericoloso della Reggina?
“Bonazzoli, è un lusso per questa categoria, un’attaccante da marcare con attenzione”.
Domani però sarà assente…
“Davvero? Non lo sapevo, cosa si è fatto? Dai, meglio per noi allora” (sorride, ndr).
Quindi chi sarà il più temuto di quelli in campo domani?
“Allora dico Missiroli. Giocatore pericoloso, non sai mai dove andare a prenderlo. E’ molto bravo negli inserimenti, non a caso va in rete con facilità”.
Ultima domanda: si parla di pericolo neve, com’è il tempo lì a Varese?
“Oggi ha nevicato, la temperatura è molto bassa e per domani non promette di meglio. So però che il terreno di gioco è protetto dai teloni, per giocare non dovrebbero esserci problemi”.
Pasquale Romano
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