Nelle “segrete stanze” del Sant’Agata, sono cominciati i primi movimenti relativi al mercato di riparazione. Chiariamolo subito, non si tratta certo di trattative vere e proprie, ma piuttosto di strategie che iniziano a prendere consistenza, per individuare gli obiettivi principali.
Senza dubbio, è l’attacco il settore monitorato con più attenzione dal sodalizio di via delle Industrie. Orfano di Bonazzoli, il reparto avanzato amaranto, al momento, si avvale di 5 attaccanti (Campagnacci, Zizzari, Adiyiah, Sy e Danti), che tutti insieme sono riusciti a mettere a segno una sola rete. Poco, decisamente troppo poco. Il Presidente Foti, dunque, starebbe pensando ad una punta che possiede l’identikit perfetto, per quanto riguarda il nuovo progetto Reggina: giovane, ma di grande avvenire. In cima ai pensieri del massimo dirigente, oggi come oggi c’è Mattia Destro, attaccante classe ’91 in comproprietà tra Genoa e Inter. Figlio d’arte (il padre, Mattia, si è messo in luce nell’Ascoli come terzino), Destro è considerato uno dei massimi talenti del calcio italiano, come dimostrano anche le convocazioni nell’Under 21 azzurra. Nel Genoa, quest’anno, ha collezionato finora 6 presenze in campionato, andando subito in gol contro il Chievo, all’esordio nel massimo campionato . Il calciatore ovviamente, approderebbe in Calabria con la formula del prestito: se ne riparlerà più avanti, fermo restando che il principale ostacolo al trasferimento, è rappresentato dalla volontà di Davide Ballardini. Il neo tecnico rossoblù nutre infatti la massima considerazione verso la “stellina” di Ascoli Piceno, che proprio l’altro ieri ha ripagato la fiducia, siglando il definitivo 3-1 nel match di Coppa col Vicenza.
Gli altri due obiettivi invece, rispondo al nome di Gianmarco Zigoni e Ciro Immobile. Il primo, ha una storia molto simile a quella di Destro: anche lui si trova al Genoa, è un classe ’91 figlio d’arte (papà Gianfranco era uno dei calciatori più estrosi e “ribelli” degli anni settanta), e il suo cartellino è in comproprietà con un altro club, che in questo caso si chiama Milan. A differenza di Destro però, Zigoni con la prima squadra il campo non l’ha praticamente mai visto. Certamente andrà a farsi le ossa, e la serie cadetta rimane una probabile destinazione: la Reggina rimane alla finestra, ma in pole position sembra esserci il Piacenza, che già questa Estate aveva corteggiato l’attaccante insieme al Grosseto.
Chiude il cerchio delle “giovani promesse”, Ciro Immobile. Un anno più grande rispetto a Destro e Zigoni, Immobile, attualmente al Siena ma di proprietà della Juventus, che lo ha girato ai toscani in prestito. Immobile era stato già cercato dalla Reggina, con scarsi risultati, nello scorso mercato di riparazione. Proprio sabato scorso, in casa del Portogruaro, l’attaccante nativo di Torre Annunziata ha messo a segno la sua prima rete della sua avventura senese, ma le presenze fin qui accumulate (solo 2), sembra che abbiano creato parecchio malcontento. A questA considerazione, va aggiunto che l’attacco degli uomini di Conte appare decisamente in sovrannumero, in quanto, oltre agli inamovibili Calaiò, Mastronunzio e Reginaldo, vi figurano i vari Larrondo, Brienza e Paolucci. A Gennaio dunque ci sarà una sfoltita, e Immobile potrebbe fare le valigie. Il vero problema, in ottica Reggina, è che la società amaranto ritiene decisamente troppo alto l’ingaggio del giocatore, specie trattandosi di un giovane.
Un’analisi a parte, la merita infine Nicola Amoruso, dato per l’ennesima volta in procinto di tornare a Reggio Calabria. L’ipotesi è come sempre suggestiva, ma anche in questo caso si tratta di semplici voci, che quasi sicuramente rimarranno tali. Certo, Nick Dinamite a Bergamo è ormai un separato in casa, e il sodalizio orobico , senza mezzi termini, ha detto al bomber di Cerignola che è libero di trovarsi un’altra sistemazione. Tuttavia, lo ribadiamo, la nuova squadra di Amoruso, a meno di clamorosi ribaltoni, non si chiamerà Reggina. Il ritorno in riva allo Stretto, cozza con una serie di motivazioni. La prima fra tutte è legata all’ingaggio, decisamente fuori budget e per nulla in linea con le nuove strategie societarie. Qualora l’indimenticato centravanti decidesse di seguire le orme dei vari Bonazzoli e Tedesco, accettando a riguardo una sensibile decurtazione, si presenterebbe comunque un altro problema non da poco:. La carta di identità di Amoruso segna infatti un inequivocabile 36 (che si trasformerà in 37 il prossimo 29 Agosto), e i dati relativi alle recenti performance dicono che la sua ultima partita in campionato risale al Maggio scorso. Appare dunque lampante, che l’operazione Amoruso non rientrerebbe in nessun modo nel nuovo ciclo tracciato a Luglio dal presidente Foti.
Lorenzo Vitto- Reggionelpallone.it
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