Non vi è dubbio che le notizie che giungono dall’infermeria amaranto non sono di quelle che ti rallegrano una giornata. Anzi.
Ritrovarsi con il bomber principe out per quasi due mesi, è una mazzata che può tagliarti le gambe e metterti pericolosamente in ginocchio. Perdere in questo topico momento, un calciatore con la personalità di Bonazzoli, non è certo il regalo di Natale che il tecnico Gianluca Atzori aveva in mente di chiedere.
Al di là dei dieci gol fatti, e delle sue reti decisive, il peso di Bonazzoli in questo gruppo è da riscontrare sotto il piano psicologico:lui che alla vigilia del campionato con il suo gesto aveva lanciato un messaggio positivo a tutti i suoi giovani compagni e perchè no anche all’ambiente reggino. Molti si sono affidati a lui, alle sue giocate, ai suoi gol, al suo straordinario momento di forma. Dieci reti, d’altronde, non si mettono a segno se non si sta a posto mentalmente e fisicamente.
Ma coloro i quali parlano di una Bonazzoli-dipendenza, sciorinando addirittura dei numeri, vuol dire, terribilmente, o che non sanno leggere i numeri, o che c’è tanta voglia di mettere pressione inutile. Peggio ancora vorrebbe significare l’incapacità di guardare oltre i confini delle affermazioni scontate. E allora se di numeri vogliamo parlare, leggendoli in modo asettico e senza interpretazione di sorta, bisogno dire, sottolineare, evidenziare che senza il suo bomber la Reggina ha vinto due volte su due. Magari soffrendo, ma ha vinto.
Se ci mettiamo che con il Torino, dopo il suo gol e purtroppo il suo infortunio, la squadra ha “rischiato” di vincere, allora forse possiamo tranquillamente affermare che il gruppo, questo gruppo, cercherà di sopperire in tutti i modi a questa assenza. E sarà proprio in questo momento, a partire da Novara, che gli attaccanti che fino adesso non hanno convinto dovranno uscire fuori ogni minima risorsa per guadagnarsi la fiducia della società , del tecnico, dei tifosi e dell’ambiente al gran completo. Perfette meteore oggi, potenziali protagonisti domani. Ed è qui che inizia il delicato compito del trainer amaranto, giovane anche lui, ma con grandi ambizioni: con una meticolosità lavorativa che molti invidiano e forse per questo criticano. Sarà la svolta del campionato amaranto, ne siamo certi: perchè è questo il momento in cui l’anima dei calciatori deve venir fuori, dei giovani e dei più navigati.
Solo con un gruppo saldamente unificato, che trova al suo interno le mille risorse indispensabili, si potrà continuare a marciare con il vento in poppa, senza soffrire di qualsiasi tipo di dipendenze.
Vincenzo Ielacqua
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