Ventotto punti, ventidue gol fatti, quindici gol subiti. La splendida “monotonia” numerica degli amaranto si traduce dai risvolti straordinari, se non addirittura prodigiosi. La Reggina, dopo quindici turni (mica due o tre) continua a veleggiare ad andatura di crociera, lasciando per adesso che tante altre imbarcazioni siano costrette a seguirne la scia: una situazione che, a essere sinceri, era tutt’altro che razionale da pronosticare. Ma le cifre dicono questo, la realtà premia gli sforzi profusi dalla banda di Atzori, e ogni altra considerazione non può non essere filtrata attraverso questa confortante lente d’osservazione. Contro il Torino, una formazione di blasone anche se insegue lontana sette lunghezze, è arrivato il terzo pari casalingo dopo quelli con Crotone ed Empoli, che va ad allungare la nuova striscia di risultati positivi dopo i successi con Portogruaro e Cittadella. Questo cammino è da lepre e non da lumaca, al punto che permette alla Reggina di rimanere nelle zone auree della graduatoria e ad allontanare ulteriormente qualche sterile polemica di qualche palato fine.
Non c’è che dire, vista così è un successo senza remore o distinguo. Ed in effetti, come sottilizzare in sede di analisi su un squadra che ha perso tre volte, ma in due occasioni soltanto (Padova e Livorno) è stata messa davvero sotto dall’avversario. E come criticare un gruppo che, colpito dalla iattura di perdere il suo bomber principe, è sempre riuscito a tirar fuori risorse insospettabili e infinite. Basta ripercorrere il film del confronto degli amaranto per apprezzare la notevole forza morale di Costa e compagni. Non va dimenticato, infatti, che in alcuni ruoli la gente pullula ma non cozza con la strategia tattica di Atzori. L’abbiamo ribadito in sede di chiusura del mercato estivo che questo organico necessitava e necessita almeno di un altro attaccante con le stesse credenziali di Bonazzoli e fino al momento né Zizzari, né quanti sono stati chiamati in causa hanno fatto cambiare idea a chi scrive. Ecco perché diventa necessario fare un commento sereno, lontano da eccessive bollicine da facile entusiasmo. Il campionato è lungo e le insidie sono sempre dietro l’angolo. Meglio sostenere questa squadra con il giusto giudizio e non ferire un allenatore tutto d’un pezzo, solo perché non ha inserito Tedesco o Laverone dall’inizio con il Toro. Quindi aspettiamo pazientemente il mercato di gennaio, poi spetterà a Foti e Giacchetta pianificare le eventuali correzioni da apportare, come unica e definitiva soluzione delle obiettive difficoltà in cui è costretto a dimenarsi l’allenatore. Il tempo c’è e Foti lo sfrutterà al meglio, state pur certi.
Lorenzo Vitto-Reggionelpallone.it
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