Gli amaranto non innestano “la quinta”. Termina con un giusto pareggio l’incontro d’alta quota tra Reggina ed Empoli.
Nel primo tempo le due squadre si affrontano con i consueti moduli tattici (3-5-2 per i reggini e 4-4-2 per gli empolesi), con gli ospiti che neutralizzano qualsiasi sbocco della manovra amaranto sia per linee interne, con i raddoppi centrali sui portatori di palla, che sulle fasce laterali, con le “catene” di destra e sinistra. In questa fase emerge un maggior possesso palla ed una buona disposizione sul rettangolo di gioco degli uomini di mister Aglietti, che denotano anche una perfetta organizzazione e giuste distanze tra i reparti . L’ Empoli punge e spaventa in un paio di circostanze, ma la Reggina non subisce passivamente, ed anzi reagisce insidiando la porta avversaria pur non creando clamorose azioni da rete . E’ una partita tatticamente ben giocata, un po’ prevedibile ed a ritmi non troppo alti, ma comunque piacevoli . Lo zero a zero conclude la prima frazione di gioco .
Al rientro delle due squadre in campo per i secondi quarantacinque minuti, ci si aspetta qualche mossa che disorienti i rispettivi avversari, ma i due tecnici non partoriscono rivisitazioni tattiche . Nonostante ciò per una ventina di minuti gli amaranto, avanzando il baricentro e facendo salire gli esterni Rizzato e Laverone , stringono d’assedio la retroguardia ospite sfiorando in un paio di circostanze il goal del vantaggio, pur se con tiri da fuori area. Poi qualche sostituzione, ininfluente per entrambi i tecnici, riporta il sopravvento delle difese sugli attacchi, e la partita si conclude con il pareggio a reti inviolate .
Sarebbe da presuntuosi recriminare sulla mancata vittoria e non accettare come giusto e propedeutico questo pareggio che, in conseguenza dei risultati maturati sugli altri campi, ci mantiene solitari al terzo posto, facendoci guadagnare (Padova a parte) un punto su qualche avversaria. Non è arrivata la quinta vittoria consecutiva ma il settimo risultato utile, conseguito contro una degna e agguerrita avversaria ,deve inorgoglirci e spingerci a credere ancor di più in questa squadra, che lotta con il coltello tra i denti e non si fa azzannare, respingendo i “nemici” e “galleggiando” nel dolce mare della…. SPERANZA .
Sandro De Raco
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