Sartori: “Missiroli? Si, lo volevamo al Chievo…”

Se dici Chievo, probabilmente pensi a quello dei miracoli allenato da Del Neri, oppure a quello che, con Pillon, in tempi più recenti è arrivato ai preliminari di Champions’s. Se guardi la classifica, oggi, il Chievo è quinto, grazie ai gol di Pellissier, le parate di Sorrentino, le discese di Mantovani. Nomi di giocatori non certo fatti a caso, così come in passato avveniva per Luciano, Corini, Manfredini, Perrotta, Amauri e compagnia bella. Programmi vincenti, che rispondono a un unico denominatore: Giovanni Sartori. In un  calcio italiano che vive un momento difficile, con lo stesso commissario tecnico della nazionale che ha parlato di un Italia povera di talenti, il ds dei gialloblù resta il principale artefice dei successi che si legano alla città di Verona,. E poco importa che si tratti di un piccolo quartiere…

 

Innanzitutto complimenti per il in classifica; sorpreso da questo inizio?
Abbiamo iniziato bene, siamo ancora quinti nonostante la flessione delle ultime giornate. C’è soddisfazione, anche perché abbiamo incontrato squadre di valore come Napoli e Genoa. La strada però è lunga, sarà difficile mantenere queste posizioni.

 

 

Insomma, una favola che continua, nonostante le perenni difficoltà del calcio italiano. Che ne pensa delle dichiarazioni di Prandelli, il quale in riferimento alla Nazionale sostiene che i talenti di casa nostra non sono ancora pronti, e che esistono delle difficoltà generazionali?
Il problema esiste, inutile fare gli struzzi. Io riconduco tutto all’impiego, continuato, dei giovani nelle prime squadre. Negli altri campionati vedocalciatori del 90’ o del 91’ giocare titolari nelle proprie squadre, da noi questo discorso è molto meno diffuso.

 

Per quale motivo insistiamo meno sui giovani talenti?
Credo che alla base di tutto ci sia un fattore economico; la preoccupazione principale delle società e quella di non sfuggire l’obiettivo prefissato, che si tratti di un posto in Europa o della salvezza. Per raggiungere a tutti i costi un determinato obiettivo, ed evitare così problemi economici, si finisce col privilegiare l’impiego di giocatori più esperti.

 

 

Spagna e Germania ci sovrastano nell’impiego dei giovani, nei club e nella nazionale maggiore, come giustifica tale divario?
Lì hanno più coraggio nel lanciare esordienti in prima squadra, io seguo quei campionati e noto come l’età media per ogni squadra è nettamente più bassa. Ripeto, influisce la paura di perdere alcuni contributi economici. Bisogna anche dire che la pressione che si avverte in quei campionati è minore, quindi anche il giovane che esordisce è più libero mentalmente.

 

A chi tocca principalmente il compito di cambiare le cose? Le società, gli allenatori o i calciatori stessi?
E’ un discorso piuttosto complesso, che investe tutte le categorie. Anzitutto, le leghe di A e B dovrebbero aiutarsi a vicenda, perchè l’enorme gap economico che divide i due campionati fa si che le piccole squadre a maggior ragione investano poco sui giovani, visto che una retrocessione è ormai l’anticamera del fallimento societario. Diminuire le retrocessioni, da tre a due, farebbe cambiare molte cose.

 

Ma è solo un discorso politico?
No, anche le società e gli allenatori devono fare la loro parte. Le società, evitando di esonerare il 60-70% degli allenatori appena non arrivano i risultati, mettendo così un enorme pressione addosso ai tecnici. Questi ultimi, sentendosi più liberi di osare e scommettere, potrebbero lanciare qualche giovane in più, senza ricorrere al solito usato sicuro.

 

Che ne pensa del progetto della Reggina? Il presidente Foti quest’anno ha fortemente puntato sui giovani, sia del vivaio che di altre squadre.
La Reggina sono tanti anni che segue questa politica, fa bene Foti, anche perché cosi, abbatte i costi. Quest’anno ha insistito maggiormente, magari può essere un segnale da captare anche da altre realtà.

 

Lei che è sempre così attento sul mercato, c’è qualche giovane amaranto che sta facendo seguire?
E’ ancora presto, sinceramente al momento non ho relazioni in possesso di giovani della Reggina. Seguo il campionato di serie B in generale, può dare spunti interessanti, ma giocatori in particolare non ne sto seguendo.

 

In estate si era parlato di un interessamento del Chievo per Missiroli, cosa ci può dire in proposito?
Vero, eravamo interessati al giocatore, che ritenevamo funzionale al nostro progetto. Per il modulo da noi impiegato (4-3-1-2 n.dr.), Missiroli sarebbe stato utile, parliamo di un buon calciatore, anche polivalente. Parlando con il presidente Foti, però, non siamo giunti a un accordo economico, e l’acquisto è sfumato.

PASQUALE ROMANO