La Reggina attende il Vicenza e Ousmane Sy scalpita per debuttare al Granillo in campionato, dopo la gara di coppa Italia con l’Alessandria. Sono le 2 del pomeriggio di mercoledì, quando Ousmane parcheggia la sua Fiat Punto nelle vicinanze della sala stampa del Sant’Agata. Va pazzo per gli spaghetti con ragù alla bolognese, filetto alla griglia o una bistecca alla fiorentina come secondo piatto per lui fa lo stesso. “Sono nato a Montebeliard il 18 febbraio 1988 da genitori senegalesi arrivati in Francia nel 1985. Il calcio è stata sempre la mia passione, così a 7 anni sono andato nel Sochaux dove ho fatto tutto il settore giovanile fino al campionato Primavera. Finita l’esperienza francese, nel 2006 mi sono trasferito in Italia ingaggiato dal Perugia dei fratelli Silvestrini e come direttore sportivo Gabriele Martino. Un campionato vinto con la Berretti e tanta panchina con appena 7 presenze con la prima squadra”. Si presenta così il centravanti amaranto, sciorinando un italiano molto vicino alla perfezione.
Perugia trampolino di lancio, poi nell’estate del 2008 il trasferimento in Puglia. “Il mio procuratore Renè Bikaì – continua il numero 9 di Atzori – trovò l’accordo con l’Andria, laddove ho disputato il campionato di Seconda e di Prima Divisione. Con ogni allenatore, un ruolo diverso. “Ho fatto sempre l’attaccante – risponde -, ma a Perugia venivo impiegato da esterno, indifferentemente a destra o a sinistra, nel centrocampo a 4. Ad Andria è stato così anche nella prima stagione, ma quando arrivò mister Papagni la mia posizione in campo cambiò, e andai a fare la seconda punta, dietro Anaclerio. E’ stata un’annata prolifica, con 11 gol in campionato e 2 nei play out”. Ed ecco che in estate irrompe la Reggina, che deve battere un’agguerrita concorrenza per portarlo alle sue dipendenze. Reggina che si ravvede, dopo averlo bocciato 4 anni fa. “Era scritto da qualche parte il mio ritorno a Reggio Calabria, ricordando quando feci un provino prima di trasferirmi al Perugia. Era il 2006, dovevo rimanere per una settimana, invece i tecnici della Reggina desiderarono vedermi per altre due in modo di valutarmi meglio. Alla fine non se ne fece nulla ed andai a Perugia. Adesso sono qui con l’obiettivo di fare bene e segnare tanti gol. Quanti? Non mi fisso un limite, ma quelli utili per aiutare la squadra a vincere più possibile”.
*Più tardi il resto dell’intervista, realizzata dal nostro caporedattore Lorenzo Vitto e pubblicata stamattina dalla Gazzetta dello Sport
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