TOP – Il fattore B. Come Barillà e Bertani, due perle i loro gol. Il primo sblocca in avvio la partita tra Reggina e Piacenza con un siluro dalla distanza, tremenda la botta di sinistro che finisce la sua corsa appena sotto la traversa. Atzori ringrazia, Cassano (non impeccabile nella circostanza) un po’ meno.
Anche il gol di Bertani è di pregevole fattura; in Cittadella-Novara, l’attaccante milanese supera mezza difesa avversaria con una splendida serpentina, prima di concludere a rete, O a 2 e colpaccio ospite in cassaforte.
La difesa dell’Atalanta : unica squadra che vede la propria porta inviolata dopo tre partite, la difesa di Colantuono ha la solidità giusta per abitare le zone alte della classifica. Anche contro il Frosinone, Consigli ha avuto pochi grattacapi da sbrigare. Se è vero (come è vero) che le i campionati si vincono con le difese, la partenza dell’Atalanta è da intendersi come un messaggio per i naviganti.
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FLOP – L’attacco dell’Atalanta. L’altra metà del cielo bergamasco. Se in difesa sono tutte rose e fiori, lo stesso non si può dire del reparto avanzato. Ruopolo, Tiribocchi, Doni, Pettinari, Ardemagni e Ceravolo: Colantuono ha cercato di far segnare i suoi con ogni soluzione possibile, ruotando tutti gli uomini del suo formidabile attacco. Invece si è dovuto arrendere al secondo 0 a 0 consecutivo. Campanello d’allarme da tenere ben presente.
Il finto pubblico. Incredibile trovata dei dirigenti della Triestina; per riempire la gradinata, sprovvista di tifosi come spesso capita tra i campi della serie cadetta, le illuminate menti alabardate hanno pensato di mettere un mega telone, raffigurante un pubblico numeroso (risalente a un Triestina-Juve di qualche anno fa, fanno sapere dalla società ). La trovata, tra il grottesco e l’assurdo, speriamo non faccia proseliti in altri stadi; tanto vale, in caso contrario, fornirsi anche di casse ben amplificate, un cd con i cori di uno stadio esaurito farà il resto. Così ognuno da casa potrà godersi uno spettacolo perfetto. Di plastica però, e di una tristezza infinita. In un calcio alla disperata ricerca di credibilità e di tifosi in carne ed ossa, la scelta attuata dai dirigenti triestini appare illogica.
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Pasquale Romano
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