Quaranta partite in A, quarantasei in B, trentuno in C1 e nove in C2, coronate da trenta gettoni nella seconda divisione brasiliana nel “prestigioso” Comercial SP sono un curriculum in grado di giustificare il rifiuto, tassativo ed incondizionato, di un’offerta proveniente dalla Serie A greca?
Bisognerebbe chiederlo a Gleison Pinto Dos Santos, ventinovenne difensore della Reggina che ha appena declinato la proposta ellenica. Interrogativo che gli avrà certamente posto il presidente Foti il quale, è facile immaginare, non avrà accolto con favore la decisione del calciatore titolare di un contratto da 330 mila euro a stagione con il club dello Stretto.
E’ l’ultima delle paradossali vicende che stanno scandendo l’estate amaranto. Santos è la punta di un iceberg che inabissa le radici molto più a fondo: nell’affare economico, divenuto ormai l’unica discriminante in grado di indirizzare la volontà dei calciatori.
La Reggina è stata chiara: il giocatore non rientra nei piani per il prossimo campionato. Risultato? Non metterà piede in campo, getterà al vento un’intera stagione sportiva sottoponendosi al duro giudizio di una tifoseria che si sentirà legittimata nel riconoscerlo come “mercenario”. Poco importa se lui, come altri compagni, a fine mese potranno andare a ritirare il compenso pattuito secondo contratto. E dunque, al grido di “carta canta”, il rischio è che si stia firmando la condanna della Reggina Calcio.
Una precisazione è doverosa, non è soltanto Santos il problema ed indicarlo come capro espiatorio non sarebbe corretto. Il suo è il più recente di una serie di comportamenti comuni nell’ambiente di questi tempi, un atteggiamento che già altri tesserati amaranto hanno fatto proprio nelle ultime settimane.
Perché se è vero, e non abbiamo mancato di sottolinearlo in passato, che chi ha firmato quei contratti abbia le proprie responsabilità è giusto che se le assuma altrettanto chi adesso, rifiutando ad oltranza qualsiasi soluzione gli venga proposta (dalla risoluzione alla spalmatura fino alle cessione), sta sacrificando la propria professionalità sull’altare del business.
E così ad esempio Alvarez che un paio di mesi fa si oppose alla volontà del Wisla Cracovia di riscattarlo, Hallfredsson che temporeggia nell’accettare Cesena perché i romagnoli non gli corrisponderebbero lo stesso ingaggio che percepisce dalla Reggina e molti altri ancora. E perfino da Giacomo Tedesco, romanticamente, nonostante abbia tutte le capacità per rivendicare la bontà di un accordo siglato soltanto lo scorso gennaio, sarebbe bello potersi aspettare un gesto d’amore nei confronti di una società ed una città alle quali ha dato, ma anche ricevuto, moltissimo.
Gianpiero Versace
Reggionelpallone.it – Calabria Ora
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