“Le posizioni di diversi giocatori sono da definire e quindi molti di loro non saranno della partita. Oggi (ieri per chi legge, ndr) giocheranno coloro che, a meno di offerte clamorose, resteranno alla Reggina”. Quando manca un mese all’inizio del campionato, la Reggina è una polveriera. E’ bene dirlo chiaramente.
Gianluca Atzori, spalle al muro dopo il j’accuse di Foti al sistema calcio ed agli epurati reticenti alla cessione, doveva scegliere il lato della barricata dal quale affrontare la battaglia. Ha scelto la trincea presidenziale. Ma nessuno pensi ad un Atzori “yes man”, aziendalista e manovrabile. Se avesse fatto altrimenti probabilmente avrebbe fatto saltare il banco.
Esiste una seconda chiave di lettura. Quella che sta nascendo dovrà esser, è questa la speranza, la stagione del riscatto. Tanto per la Reggina quanto per il suo tecnico. La legge più antica, e spesso ingannevole, del calcio recita testualmente: “L’allenatore paga per tutti”. Atzori l’ha mandata giù a memoria e sa che l’alibi di un organico oceanico, così come quello delle difficoltà economiche e di uno spogliatoio incandescente, non basterebbero per rimandare a terzi le responsabilità di un eventuale fallimento.
E così, nonostante le faide contrattuali e trentasei calciatori a disposizione, sta provando a dare un senso a questo tragicomico ritiro estivo tentando di indottrinare il gruppo con il suo credo calcistico. Un’impresa resa ancora più ardua dalle incertezze che interessano l’universo amaranto a tutti i livelli. In una situazione del genere è bene aggrapparsi alle poche certezze a disposizione, in questo caso quelle legate agli uomini sui quali, salvo terremoti, potrà fare affidamento in futuro.
Da questa considerazione nasce l’undici, assolutamente sperimentale, che la Reggina ha opposto ieri allo Spezia. Kovacsik in porta, visto l’affaticamento di Marino, linea difensiva composta da Cosenza, Burzigotti ed Acerbi, Adejo e Rizzato sugli esterni, N.Viola confermato in regia, Missiroli e Rizzo interni di centrocampo, A.Viola e Zizzari davanti. Fuori tutti i “big”, dunque. Due comparse in panchina, Vigiani e Puggioni. Atzori ostenta fiducia. “Non è facile lavorare con trentasei ragazzi – spiega – sto provando ad organizzarmi con i miei collaboratori portando avanti le idee del mio calcio. Quando siamo in campo chiedo loro di lasciare in albergo i loro problemi personali e dedicarsi al lavoro, fortunatamente sto trovando grande disponibilità”.
Nel corso della prossima settimana la Reggina lavorerà sulla forza atletica e domenica affronterà l’Albinoleffe. Ma l’attenzione sarà rivolta altrove. Negli alberghi del calciomercato milanese dove la Reggina, ostaggio dei propri tesserati, proverà a liberarsi della zavorra. Intanto Hallfredsson temporeggia sul trasferimento a Cesena, A.Rizzo e Joelson rifiutano Cosenza.
Foti tuona, vorrebbe ripartire con un nuovo progetto, giovane e vincente, maledice il sindacato calciatori e le resistenze dei suoi tesserati. Considerazioni condivisibili ed idee apprezzabili che non escludono un interrogativo: al momento della firma di quegli stessi contratti che adesso mettono in ginocchio la Reggina, che fine aveva fatto la proverbiale oculatezza del numero uno amaranto?
Gianpiero Versace
Reggionelpallone.it – Calabria Ora
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