Avevo 4 anni e ricordo che andavo tutte le domeniche con mio padre allo stadio per vedere la mia Reggina che disputava il Campionato di serie C. Ci mettevamo in piedi nella parte più alta della gradinata e dietro di noi c’era il dirupo.
Una domenica, mentre vedevamo una partita, un bambino mi spinse nel dirupo ed io rotolai giù come un sasso. Ricordo che mi ritrovai su un’ autoambulanza beige della Croce Rossa che mi portò, sanguinante, in un presidio medico, vicino la Stazione Centrale, dove mi sono stati dati quattro punti di sutura. Se mi è concessa una battuta, già da allora ho incominciato “a dare il sangue” per la mia Reggina.
Da giovane ho visto le partite sempre dalla gradinata (lato destro, poiché al centro c’erano quelli che criticavano qualunque formazione l’allenatore del tempo mettesse in campo) ed ero orgoglioso del mio abbonamento che ogni anno il Ragioniere Quattrone, Segretario della Società, mi rinnovava. Tornavo a casa sempre senza voce per incitare la mia Squadra del cuore e anche per incitare quelli che mi stavano accanto poiché non facevano il tifo come volevo io. E devo dire che mi è andata sempre bene perché spesso ingiuriavo in modo pesante i miei vicini.
A 38 anni entrai nel Consiglio d’Amministrazione e successivamente ne divenni Vice presidente della nuova Società Reggina 1986, poiché la vecchia Reggina 1914 era stata dichiarata fallita dal Tribunale. Sono stati 10 anni splendidi, di cui ricordo i momenti positivi e quelli negativi. Ricordo che all’inizio trovammo una Società allo sbando, dove non c’erano i soldi per comprare le magliette e le scarpe per la Squadra Primavera. Sono stati anni difficili, ma anche di grande entusiasmo da parte di tutto il gruppo. Ognuno faceva un sacco di cose. Io mi interessavo dell’organizzazione allo stadio durante le partite, dell’accoglienza alla terna arbitrale, dei rapporti con i tifosi.
Non si possono dimenticare, anche se per motivi diversi, lo spareggio di Perugia con la Virescit per la promozione in serie B e lo spareggio di Pescara per la promozione in serie A con le decine di treni organizzati per i tifosi. Non si può dimenticare “lo sbarco dei Mille” a Sassari, allorquando affittammo una nave per portare i tifosi nell’ importante partita contro la Torres. Ho trascorso due notti allucinanti per cercare di mantenere “l’equilibrio” dei 1000 supporters amaranto.
Ma è stato bello e storico! E dopo, la prima volta in serie “A” a Torino! I tanti anni trascorsi nel massimo Campionato Italiano! I più famosi giornalisti sportivi italiani incontrati e accolti come Delegato d’impianto dell’USSI! Quante ore, quanti giorni, quanti mesi, tanti anni dedicati ai colori amaranto, mettendo in secondo piano la mia attività, la mia famiglia. Forse ho dato troppo a livello fisico e anche ad altri “livelli”, ma non mi pento per nulla di quello che ho fatto poiché sono certo che il mio impegno e sacrificio ha dato lustro alla Società Reggina Calcio ed alla mia Città.
Anzi, sono felice di questa meravigliosa esperienza spinto da tanto entusiasmo perché la Reggina “ce l’ho nel sangue” e sarò sempre idealmente al suo servizio, indipendentemente da qualunque comportamento, come un innamorato che adora la sua donna sempre ed a prescindere. Insomma chi è nato “AMARANTO” può morire solo “AMARANTO”. FORZA REGGINA!”
Dott. Mimmo Praticò
Presidente CONI Calabria
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