“Grinta, sacrificio e tanta volontà”. Antonello Mastrolorenzo ha già bene in mente la ricetta indispensabile per la sua Touring (o come si chiamerà visto che a breve dovrebbe essere ufficiale la nuova denominazione).
Alla sua prima esperienza in panchina, 38 anni, tanti dei quali spesi in mezzo al campo di calcio, Mastrolorenzo dopo due anni da calciatore ha sposato immediatamente il uovo progetto. “Devo ringraziare tutta la dirigenza della Touring dal presidente Del Popolo all’avvocato Strangio sino a Giovanni Minniti. Sono molto contento e fiero di essere stato scelto da loro per questo progetto”. “Casa Touring” ormai per Mastrolorenzo che ha deciso di portare con sé in questa nuova avventura anche lo storico capitano Erminio Tirimbò. “Con Erminio ci siamo conosciuti solo due anni fa. Ma tra noi è nato un rapporto basato sul rispetto e sulla condivisione: la vediamo in modo uguale su molti aspetti del calcio ed era quindi inevitabile che io chiedessi a lui un aiuto. E’ una persona seria e mi fido di lui ad occhi chiusi. Sarà importante per me, così come sarà fondamentale l’apporto di Giovanni Minniti che un uomo che conosce bene questa squadra e ogni suo consiglio potrà essere utile per me”.
Una sfida stimolante: “ho voglia di misurarmi in questo nuovo ruolo. Avevo già deciso di lasciare il calcio giocato, ma volevo continuare in questo mondo. L’occasione che mi a dato la Touring l’ho presa la volo senza un minimo tentennamento. C’è tanta voglia di fare bene e sono sicuro che, con il lavoro settimanale e con la serietà i risultati si potranno raggiungere”. Nessun obiettivo conclamato: Mastrolorenzo vuole solo tanto lavoro. “Io chiedo solo un lavoro duraturo e lungo che inizia a Settembre e si conclude all’ultima giornata di campionato. Settimanalmente bisogna mettersi sotto durante gli allenamenti, nei campionati dilettantistici basta il lavoro e l’organizzazione per avere ottimi traguardi”. Organizzazione e lavoro: sono questi gli input del nuovo tecnico della Touring che, sul fronte mercato, non vuole assolutamente svelare le carte. “Desidererei un gruppo giovane perché con i ragazzi si può lavorare e si può fare tanto bene. Certo il direttore Minniti sa quali sono i ruoli che devono essere coperti, ne abbiamo già parlato e abbiamo trovato comunione d’intenti. Certamente accanto ai giovani vanno trovati quegli elementi di esperienza che in campo, ma anche e soprattutto durante gli allenamenti settimanali, possano essere da esempio ai ragazzi”.
E il modulo? “Non parlo di moduli o tattiche,m credo solo che in questi campionati bisogna giocare il più semplice possibile anche per mettere ogni giocatore a proprio agio. Se ognuno svolge il compito assegnatogli e si sacrifica per la squadra i risultati arrivano, senza dubbio. Certamente bisogna correre, correre, correre”.
vi.iel.- reggionelpallone.it
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