“Primo non prenderle”. Deve aver pensato questo, Roberto Breda, ad un certo punto del suo percorso sulla panchina amaranto. Il tecnico “interno” che meglio di chiunque altro, in quel momento, ha potuto percepire e affrontare i problemi che affliggevano il gruppo, ha pensato bene di curare con attenzione e peculiarità l’aspetto difensivo della squadra amaranto che proprio in quel reparto si è mostrata debole ed esposta al saccheggio degli avversari. Le quarantotto reti subite in questo torneo ne sono testimonianza: un andazzo negativo, deprimente e sconvolgente per alcune prestazioni dei singoli, che ormai accompagnava la Reggina da tre anni a questa parte. Roberto Breda finalmente è venuto a capo della matassa: ha studiato, capito e, parzialmente risolto. Un gol subito nelle ultime cinque gare (e poi che gol, un autorete rocambolesca di Adejo in casa contro l’Empoli)e anche, nota forse più importante, poca sofferenza. Le squadra avversarie a differenza di due mesi fa, non arrivano più così facilmente davanti al portiere Marino: il Crotone per il gioco spettacolare e offensivo che mette in mostra ogni sabato, ha si sfiorato il vantaggio ma solo cuna volta, con Gabionetta, si è trovato realmente nella possibilità di battere il portiere a tu per tu. Così come il Brescia, in soldoni, se si escluso la spettacolare rovesciata di Possanzini e la testata di Caracciolo, non è mai arrivata facilmente alla conclusione. Segnali positivi e probabilmente frutto di alcune particolarità.
La prima: aver scelto, senza vergogna, di tornare all’antico e di affidarsi ad una marcatura a uomo anche assillante a volte, con i nostri centrali che ripiegano fino alla metà campo avversaria per seguire l’uomo da vicino. Così come, l’utilizzo di un terzo centrale più staccato dalla linea garantisce copertura e soprattutto possibilità di intervento doppio. La seconda è anche di tipo “aziendale”: Dani Adejo in questa nuova posizione di centrale, può fare bene in prospettiva. Fisicamente è un “marcatore” da serie A. Ha l’anticipo giusto, può anche ripartire con la palla al piede, possiede i tempi, ma soprattutto con il suo fisico riesce ad essere determinante nei contrasti. Prototipo del centrale moderno, è in quel reparto che, probabilmente troverà la sua collocazione ed è in quel ruolo che troverà la sua consacrazione. Infine, come terza ed ultima particolarità che ha regalato questa nuova vita alla difesa amaranto c’è l’abbassamento continuo dei due cursori laterali che fungono più da quinti di difesa che da centrocampisti e la copertura che, a turno, Tedesco e Carmona compiono davanti al pacchetto arretrare. L’opera di Breda ha funzionato. Diamogliene atto.
V. I.
Commenti