Uno di quelli che non si possono dimenticare facilmente. Uno di quelli che qualsiasi tifoso ricorda con affetto e, perché no, anche un pizzico di nostalgia. Reggionelpallone.it prosegue la serie dedicata agli “ex d’autore”: questa volta, è il turno del difensore cileno Jorge Vargas, in Riva allo Stretto per 4 stagioni. Un addio al calcio smentito, un cuore amaranto che batte ancora forte, e un ritorno che quest’anno non si è concretizzato per poco…
E’ vero quello che abbiamo letto 2 settimane fa, riguardo il tuo ritiro?
“Smentisco categoricamente quelle voci. Non ho mai detto nè pensato di ritirarmi: ho vissuto un periodo difficile in cui sono stato fermo per quasi 7 mesi, ma ora mi sento bene e voglio continuare a giocare. Si è trattato di un equivoco, forse dovuto alla scarsa conoscenza della lingua italiana del giornalista che mi aveva intervistato, al quale ho solo detto cosa avrei voluto fare una volta appese le scarpe al chiodo. No, non mi ritiro”.
Una notizia che i tifosi amaranto apprenderanno con gioia, anche perché con i problemi avuti quest’anno, magari la prossima stagione ci sarà bisogno di Vargas…
“Tornare a Reggio sarebbe bellissimo, visto che è la città che mi ha dato una moglie ed una figlia, oltre alle gioie calcistiche. Intanto, spero di riuscire a conquistare la promozione con lo Spezia, al quale mi lega un contratto fino a Giugno del 2010, e a fine anno vedremo quali saranno i programmi del club ligure. E comunque, alla Reggina stavo per tornare a Gennaio…”.
E come mai non se n’è fatto nulla?
“Perché il Presidente Foti, quando lo contattai per dirgli che avevo intenzione di tornare in Italia e rivestire la maglia amaranto, mi disse subito che un mio ritorno sarebbe stato gradito, ma comunque legato alla cessione di almeno un difensore presente nella rosa. Il fatto che in quel reparto non siano avvenute cessioni, lo ha spinto a non ingaggiarmi”.
Uno come te, che la serie B l’ha vinta, che idea si è fatto di questo deludente campionato? La Reggina doveva spaccare il campionato, e invece il campionato ha spaccato la Reggina…
“Secondo me, la campagna acquisti è stata sbagliata, perché la società ha pensato a puntare solo sui nomi. La B non la vinci in questo modo, la B la vinci se hai fame, se hai carattere, se c’è un gruppo di persone disposte ad aiutarsi l’un l’altro. Noi nel 2002 non avevamo grandissimi nomi, però c’erano carica emotiva, attaccamento, coraggio: è per questo che siamo tornati subito in A. Nella Reggina di quest’anno ho visto troppa superficialità, troppa presunzione, e a volte, ti sono sincero, guardandola in Tv mi dava quasi fastidio vederla giocare con così poca grinta”.
Insomma, qualcuno non ha sudato a dovere. Altro che Jorge Vargas, che con la maglia della Reggina voleva rimanere a tutti i costi in campo a Bari, nonostante si fosse rotto il naso…
“Si (ride divertito), ancora me lo ricordano quell’episodio: meno male che mi hanno fatto uscire a forza, in quanto avevo già perso conoscenza e mi usciva parecchio sangue. Ho sempre pensato che un calciatore deve ritenersi fortunato, perché fa un mestiere stupendo e guadagna un sacco di soldi, quindi fino a che hai un minimo di energia per continuare, devi aiutare la squadra. Finita la partita, non mi interessava del naso rotto, ma solo del derby col Cosenza che si sarebbe giocato una settimana dopo: fortunatamente, sono riuscito a giocarlo, e abbiamo pure vinto”.
C’è qualcuno dei vecchi compagni, al quale sei rimasto particolarmente legato?
“Con molti ci siamo persi durante gli anni, mentre ogni tanto quando sono a Reggio rivedo Franceschini e Morabito, coi quali gira e rigira ci mettiamo sempre a ricordare quegli anni stupendi”.
Qual è il ricordo più bello di Vargas in amaranto?
“Ce ne sono davvero tanti, impossibile sceglierne uno in particolare. Oltre al ritorno in A, un’emozione indescrivibile è stata la salvezza ottenuta nello spareggio con l’Atalanta”.
Ripensando a tutta la tua carriera, c’è qualcosa che rimpiangi o che non rifaresti?
“Complessivamente sono felice di quello che ho fatto come calciatore, ma una cosa sicuramente non la rifarei, ed è la rescissione del contratto con la Reggina, nel 2003. Non sentivo più l’affetto e la vicinanza della società, e uno come me non può restare in un posto dove non si sente voluto al cento per cento. Sulla spinta emotiva dettata da quelle valutazioni ho deciso di rescindere, ma se tornassi indietro non lo rifarei. Chissà, a quest’ora starei giocando ancora a Reggio”.
Jorge, questa Reggina si salva?
“Si deve salvare! Sarebbe troppo brutto rivederla in Lega Pro dopo tanti anni di A. Le potenzialità per mantenere la B ci sono, e spero che in futuro Reggio si ritrovi nuovamente in massima serie, perché ha una tifoseria eccezionale ed è lì che merita di stare. Invito i tifosi reggini a stare vicino il più possibile alla squadra, in questo delicato momento”.
Lasciamo a te quest’ultimo spazio, per un pensiero da rivolgere ai tifosi amaranto.
“Li abbraccio tutti, dal primo all’ultimo, ringraziandoli per l’affetto datomi e per il fatto che non mi hanno dimenticato. Sono orgoglioso di avere indossato la maglia amaranto, per la quale ho dato veramente tutto me stesso”.
Ferdinando Ielasi
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