Il debutto amaranto al Rigamonti di Brescia, risale alla stagione 68-69, in serie B: alla prima giornata di ritorno, i ragazzi di Segato pareggiano 1-1 in casa dei lombardi grazie al gol del centravanti Vallongo. Nel 70-71, a far uscire la Reggina con un altro 1-1 è Nedo Sonetti, destinato più avanti a diventare allenatore proprio dei bresciani. Nulla da fare invece , nel 71-72 e nel 73-74, stagioni in cui arriva una doppia sconfitta per 3-1 (proprio il 72-73 sarà un campionato balordo per la Reggina, che nonostante l’avvicendamento di ben 4 allenatori non riuscirà ad evitare il ritorno in C1). In mezzo a queste 2 sconfitte, da va registrato il pareggio per 0-0 del 72-73, maturato grazie ad alcuni grandi interventi di Jacoboni, in uno scontro importantissimo per entrambe le squadre ai fini della salvezza.
Dopo quasi 15 anni di “pausa forzata”, Brescia e Reggina si ritrovano per la sesta volta nel torneo cadetto. Corre la stagione 88-89, e la truppa di Nevio Scala, autentica rivelazione del torneo, darà filo da torcere ai padroni di casa allenati da Guerini: Raggi al 20’ rimedia all’autorete di Sasso firmando l’1-1, e nella ripresa Onorato sfiorerà per 2 volte il colpaccio. L’anno dopo, non cambiano né il risultato né il rammarico: punita dal guizzo di uno “Spillo” Altobelli giunto ormai al termine della carriera, la Reggina di Bolchi (in piena lotta per la A) pareggia i conti con Paciocco, e mette alle corde nella ripresa il team del duo Varrella-Cozzi, senza però riuscire a completare la rimonta. Lo 0-0 del 90-91, vive invece all’insegna della noia: sia i biancoazzurri dell’ex Bolchi che gli amaranto di Ciccio Graziani (reduci dalla vittoria nel derby col Messina) navigano in torbide acque di classifica, e alla fine si accontentano del punticino. Quarto pareggio consecutivo, nel 95-96: una Reggina con l’acqua alla gola passa a sorpresa con Visentin al 50’, ma a rovinare la festa di Franco Gagliardi, da poco subentrato a Zoratti, ci pensa Neri, che nel finale trova l’1-1.
L’equilibrio si spezza con l’1-0 del 96-97, quando Campolonghi deciderà il match a favore della “Leonessa” allenata da Reja, punendo oltremisura quella di Vincenzo Guerini.
L’unico “vero” colpaccio della Reggina in Lombardia, coincide con l’ultimo precedente giocatosi in B, nel 98-99. La partenza sprint dell’11 di Gustinetti stordisce i locali, trafitti per 2 volte da Possanzini. Ormai sembra fatta, ma nella ripresa prima Mero (compianto centrocampista bresciano, scomparso qualche anno fa) e poi l’’ex Ciccio Marino, restituiscono il sorriso a Silvio Baldini. A mandare in delirio i 2.000 tifosi giunti da Reggio, ci pensa a quel punto Ciccio Cozza, con un bolide di rara potenza e precisione che a 15’ dal termine sancisce il definitivo 2-3.
Il primo precedente in massima serie, datato 2000-2001, assume per la Reggina i colori della disfatta: la scena di Colomba che prima dell’inizio della ripresa raduna tutta la squadra nel tentativo di dare una scossa la dice lunga sul primo tempo degli amaranto, che comunque non riusciranno a reagire, e dopo il gol di Filippini già arrivato al 33’, incasseranno un micidiale 4-0 ad opera di Petruzzi, Baggio e Tare.
Altra sconfitta, sempre in A, nel 2002-2003: splendida la rasoiata dal limite con la quale Di Michele al 69’ risponde a Roberto Baggio, ma a soli 3’ dalla fine arriva l’inatteso gol di Petruzzi, che fa esultare Carletto Mazzone e masticare amaro Gigi De Canio.
Festival del gol, nel 2003-2004: una partita da vietare ai deboli di cuore vede la Reggina di Colomba ribaltare con Bonazzoli e Nakamura (su rigore) il vantaggio bresciano segnato da Di Biagio, ma in apertura di ripresa Caracciolo e Filippini riportano avanti Mazzone, complice un Lejsal disastroso. Negli ultimi 20 minuti, succede di tutto: Sottil incorna il 3-3 e Nakamura con una punizione da urlo pennella il 3-4, prima che Baggio fallisca addirittura un calcio di rigore. L’urlo per il 2° successo in terra bresciana, viene però soffocato dalla “bestia nera” Calori, che trova il 4-4 sui titoli di coda.
Ultimo precedente in campionato (il 4° in serie A) nel 2004-2005. I biancoazzurri di Cavasin hanno più “fame” di punti degli amaranto di Mazzarri, e trovano un meritato 2-0 nella ripresa, andando in rete prima con Di Biagio e poi con Stankevicius, abile a sfruttare un batti e ribatti davanti a Soviero.
Chiude il cerchio l’effimero successo di quest’anno in Coppa Italia, griffato Franco Brienza. Erano ancora tempi di illusioni e di proclami per la “corazzata di Novellino”, che da lì a poco avrebbe fatto i conti con una dura realtà…
Ferdinando Ielasi
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