Il quotidiano calabrese, nel presentare la gara odierna, sottolinea come nel post Empoli l’attenzione sia stata rivolta a quanto di negativo avesse detto il pareggio con gli uomini di Campilongo piuttosto che rivolgere energie e concentrazione al fondamentale impegno con il Sassuolo, come un tempo tanto ristretto avrebbe suggerito.
“S’è discusso di tutto, tranne che del Sassuolo. I biglietti omaggio, la sfilata di Scopelliti, la formazione iniziale opposta all’Empoli, l’importanza di Carmona, la scelta di Viola ed il tardivo ingresso di Vigiani, il pasticcio di Breda e la latitanza del reparto avanzato amaranto. Si sarebbe argomentato perfino sulla scaramantica scelta dei calzoncini neri indossati dagli amaranto, se solo il calendario l’avesse permesso. In quel “Bar dello Sport” improvvisato che sa essere talvolta la città di Reggio Calabria, lo spettro dei neroverdi di Pioli sembra comparire all’improvviso”.
Secondo il collega, non esattamente la scelta più oculata possibile per chi, a otto giornate dal termine, è ancora pienamente impelagato nella lotta per evitare una retrocessione che equivarrebbe alla scomparsa e non può permettersi ulteriori passi falsi.
“Paradossale – spiega – per una squadra impantanata nei bassifondi di una classifica disastrosa, figlia di una stagione tragicomica, che invece di guardare al futuro con l’impazienza di chi vuole(e deve) ribaltare una realtà crudele, getta lo sguardo al passato versando lacrime sui propri errori”
Versace conclude con un’interessante metafora attraverso la quale traccia il raffronto tra l’andamento della stagione amaranto e l’inattesa difficoltà d’un ciclista nell’affrontare un passo di montagna.
“Sassuolo – Reggina è l’ennesima tappa di un percorso che la Reggina fatica a portare a termine. Esattamente come quegli scalatori che, seppure incalzati dai favori del pronostico, nell’affrontare una cima fin dalle prime pedalate soffrono la pendenza riempiendo i muscoli di tossine, conseguenza d’una fatica inaspettata. L’incedere si fa via via più pesante, il plotone in testa scappa lontano confondendosi nell’orizzonte ed il campione rimane solo con la propria sofferenza. Ed è in quel momento, mentre quei chilometri che immaginava di divorare, proprio come gli amaranto pensavano di fare con gli avversari, lo inchiodano all’asfalto che lo scalatore riflette su quanto sta accadendo. E piange.
Recrimina sulla sfortuna, maledice un destino avverso, ha il coraggio di prendersela con chi non l’ha preparato al meglio per quella gara e magari anche con quel tifoso che gli ha urlato quelle parole che, lui, proprio non voleva ascoltare. Ma è una consolazione effimera, vuota, che non avvicina la vetta. Questo festival dell’alibi e della chiacchiera può essere spezzato soltanto da un impeto d’umile orgoglio. Tutto ciò che conta, adesso, è arrivare al traguardo. Solo dopo sarà possibile analizzare, criticare, capire, ripartire.
Raggiungere l’arrivo fuori tempo massimo, del resto, renderebbe inutile qualsiasi ulteriore riflessione”
Gianpiero Versace (Fonte Calabria Ora)
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