Da più di dieci anni difende la porta del Salice, da quando poco più che sedicenne dovette ereditare il posto di Salvatore Palumbo, storico portiere del Salice che prematuramente perse la vita.
Il suo nome è Giuseppe Crea e l’eredità lasciatagli era ed è tuttora molto pesante, ma con la caparbietà e la determinazione che contraddistingue i grandi giocatori ha saputo mantenere alta la tradizione storica dei portieri che hanno militato nelle file nero-verdi.
La carriera calcistica di Crea è alquanto particolare, se non unica, specialmente quanto concerne il calcio dilettantistico. Infatti la maglia del Salice è l’unica maglia indossata, e sulla falsa riga di grandi nomi del calcio professionistico, Crea ha saputo rappresentare al meglio i colori della compagine dell’VIII^ Circoscrizione. Ormai diventato un veterano ed un intoccabile senatore all’età di 28 anni, Il nr° 1 salicese è un punto di riferimento per i più giovani ed un esempio da seguire per la sua serietà e professionalità dentro e fuori dal campo, un istituzione a Salice per il suo attaccamento alla maglia e per le sue capacità carismatiche.
Che sensazione si prova a giocare per quasi 15 anni con la “stessa maglia”?
“A distanza di più di dieci anni, posso dirti che fin da quando ero nelle giovanili il mio unico pensiero era quello di giocare in prima squadra, non avevo altre aspirazioni se non quella di giocare al fianco di grandi giocatori come Laganà, Stracuzza, Polistena, Cristiano, Barbieri e il compianto Palumbo. E’ vero anche che la 1^ categoria di allora era tutta un’altra cosa, ma adesso sono comunque contento di avere la possibilità di giocare per la squadra del mio paese, è un onore e un orgoglio poter indossare questa maglia.”
Il calcio dilettantistico attuale è migliorato rispetto a quello di dieci anni fa?
“Assolutamente no. Anzi, è peggiorato e non di poco. In tutte le categorie il livello si è abbassato, i ritmi si sono notevolmente affievoliti, e sinceramente i fuori quota, che in linea di massima sono i tre undicesimi di una squadra dilettantistica, abbassano il livello di gioco. Molti ragazzi non sono pronti né tatticamente né fisicamente, ma sono costretti a giocare perché così vuole il regolamento. Dieci anni fa invece non si notava la differenza tra i giocatori della presenza dei fuori quota. Tutto un altro calcio.”
Come mai si fa fatica a trovare portieri all’altezza nelle varie categorie dilettantistiche?
“In primo luogo manca fondamentalmente la passione nei ragazzi, già da piccoli chiunque volesse fare il portiere dovrebbe avere la voglia di indossare i guanti e di stare in mezzo ai pali, invece il primo istinto nei giovani che crescono è quello di fare il giocatore di movimento, ispirandosi a Kakà, a Messi o magari a Nesta, e a pochi viene la voglia di ispirarsi a Buffon o a Zoff per esempio. Un altro aspetto, non meno importante è che mancano i preparatori dei portieri. Questi scarseggiano o si improvvisano. Chiunque voglia ricoprire questo ruolo deve aver vissuto il campo e non per poco tempo. Il ruolo del portiere è il più complicato e il più importante: non ti puoi permettere di sbagliare.”
I tabellini dicono che hai ricoperto altri ruoli?
“Effettivamente si, per esigenze numeriche in passato ed anche quest’anno ho ricoperto il ruolo di attaccante, tra l’altro con buoni risultati, il mister ha sfruttato le mie doti aeree e la mia rapacità sotto porta. E’ stato molto divertente improvvisarmi torre d’area di rigore, magari in futuro…chissà”
Francesco Scopelliti
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