(INTERVISTA ESCLUSIVA RNP)- Si dice che un capitano non abbandona la sua nave. Mai. Stavolta però, è stata la nave ad abbandonare il capitano, a lasciarlo solo nel momento forse più importante. La nave di questa “nostra storia” è il Gallipoli inteso come società, una società alle prese con un evidente collasso economico. Il capitano invece, si chiama Giuseppe Giannini. Straordinario centrocampista degli anni ’80-’90, più volte titolare della Nazionale azzurra di Azeglio Vicini e indimenticabile bandiera della Roma, “il principe diventato allenatore” saluta il Salento dimettendosi, dopo aver regalato al Gallipoli un sogno chiamato serie B. Ascoltato per voi da ReggioNelPallone, Giannini, dimessosi ieri per motivi legati alla sopracitata crisi economica della sua ormai ex dirigenza, ha chiarito ulteriormente i motivi che lo hanno spinto verso una decisione sofferta, dolorosa ma al tempo stesso inevitabile. Lo ha fatto con quello stile e quella disponibilità, che perfettamente si adattano al soprannome di “principe”, affibbiatogli quando faceva ancora il calciatore. Ovviamente, non potevamo tralasciare l’argomento Reggina…
Mister, in questo momento a prevalere sono delusione ed amarezza, oppure l’orgoglio di aver portato una “piccola” come il Gallipoli in serie B?
“Prevale indubbiamente l’orgoglio. L’orgoglio di aver ottenuto una promozione straordinaria, di aver lavorato con un gruppo di ragazzi eccezionali sotto ogni aspetto, disposti sempre al sacrificio”.
Ci ha colpito molto ieri, una sua dichiarazione in cui dice che in trasferta sia lei che i giocatori dovevate pagarvi da soli persino i panini all’autogrill…
“Purtroppo, corrisponde al vero. L’episodio dell’autogrill, è successo al ritorno da Trieste: il team manager non aveva a disposizione i soldi che di solito si utilizzano quando una squadra fa tappa all’autogrill, dopo da una gara esterna. Ed allora, abbiamo provveduto noi”.
Visto lo splendido legame instauratosi tra lei e i calciatori, qualcuno ha provato a dissuaderla?
“No, perché alla squadra ho fatto subito capire che la mia era una decisione indispensabile per il loro bene, per il futuro stesso del calcio a Gallipoli. Una decisione che spero serva da stimolo per gli imprenditori locali, i quali devono farsi avanti se davvero si vuole uscire da questa situazione insostenibile”.
Che Gallipoli lascia Giannini?
“Un Gallipoli in piena salute atleticamente, vivo come non mai e con tutte le carte in regola per salvarsi. Prima di salutare i ragazzi, gli ho detto che se stasera giocano così come hanno fatto contro il Brescia, difficilmente torneranno a casa a mani vuote. Sia contro i lombardi che ad Empoli, non meritavamo assolutamente di perdere”.
Il calo che avete avuto nel girone di ritorno, può essere attribuibile ai “fattori esterni” sopracitati?
“E’ giusto che in merito alla classifica fattasi preoccupante anch’io mi prenda delle responsabilità, insieme ai giocatori. Certo, gli altri fattori molto probabilmente hanno influito”.
Della Reggina invece che ci dice? Dall’esterno, come si spiega questo clamoroso flop amaranto?
“Quello che posso dire, è che contro di noi ho visto una squadra palesemente in difficoltà sotto l’aspetto atletico, che correva poco o nulla. Di sicuro ha i mezzi per salvarsi, e penso che stasera possa mettere in difficoltà l’Ancona, anche perché da quelloche ho visto la vostra squadra sembra giocare meglio in trasferta che in casa”.
Il futuro di Giannini?
“Sarà quello di tornare a fare questo mestiere, svolto sempre col massimo della professionalità”.
Lavorando un po’ con la fantasia, cosa risponderebbe Giannini ad una eventuale futura chiamata da parte di Lillo Foti?
“Ne sarei orgoglioso, considerando l’importanza di una piazza che ha disputato la serie A, e considerando anche l’immensa stima di cui gode il vostro presidente nell’ambito del calcio italiano”.
Ferdinando Ielasi
Commenti