(INTERVISTA ESCLUSIVA RNP)- Prima della sfida casalinga col Lecce, abbiamo raccolto il pensiero di quello che, al di là di tutto, rimane uno dei personaggi più importanti nella storia del calcio reggino. Sicuramente, l’amarezza di Lillo Foti sarebbe stata ancora maggiore dopo l’imbarazzante prestazione offerta dalla sua squadra venerdì sera, ma dalle parole del massimo dirigente amaranto emerge anche tanta voglia di risalire la china. No, il ciclo della Reggina Calcio non è ancora finito: parola di Lillo Foti.
Presidente, il Lecce si presenta a Reggio da capolista nonostante l’umiliazione interna subita col Cittadella. Insomma, stiamo assistendo ad un campionato in cui nessuno riesce a fare la voce grossa, con le prime 10 squadre racchiuse in pochissimi punti. Alla luce di questo, quanto è grande la rabbia per non essere riusciti a vestire i panni dei protagonisti?
“Più che di rabbia, possiamo parlare di enorme dispiacere. Dispiacere per aver deluso il nostro pubblico, nonostante l’impegno economico e i grandi sacrifici fatti in Estate, per dare risposte importanti. Ancora una volta, la B dimostra di essere un campionato pieno di incertezze e insidie. I risultati ci danno torto, ma siamo comunque vivi, e consapevoli che la Reggina Calcio è una realtà che resta al suo interno piena di forza e qualità”.
Lei ha vissuto momenti persino più difficili di quello attuale, per poi rialzarsi e dar vita nel tempo ad un ciclo vincente. In virtù delle esperienze sia negative che positive, qual è la strada da intraprendere per uscire da questo tunnel?
“Da questa situazione si esce fuori solo rimanendo il più possibile vicino alla squadra, trasmettendole forza, grinta e coraggio, prima durante la settimana, e poi all’interno del rettangolo di gioco”.
In un passato neanche tanto lontano, qualsiasi calciatore che sposava la causa Reggina, finiva per sua stessa ammissione con l’innamorarsi della maglia che indossava, si sentiva subito parte integrante di un progetto. Adesso invece, lei stesso ha parlato di “giocatori venuti qui per godersi il mare, come se si sentissero in vacanza in California”. A cosa è dovuto questo cambiamento?
“Questa dichiarazione che mi è stata attribuita, non corrisponde al vero. Gli elementi venuti a Reggio quest’anno non lo hanno fatto con spirito vacanziero, ma si sono presentati con l’intenzione di dare una mano per tornare subito in A, mettendosi a disposizione. Quello che è mancato semmai, è stato il rimboccarsi le maniche fino in fondo: ci siamo illusi, senza renderci conto che, a questi livelli bisogna correre dal primo all’ultimo minuto di gioco”.
Come giudica il “dietrofront” di Novellino, che al termine del calciomercato aveva elogiato pubblicamente l’operato della società, mentre di recente ha dichiarato tutto l’opposto, accusandola di avergli promesso alcuni giocatori, per poi prenderne altri?
“Sono dichiarazioni che si commentano da sole, visto che la soddisfazione di Novellino per la squadra messagli a disposizione ad Agosto, è arrivata agli occhi e alle orecchie di tutti. Questo è un mondo in cui allenatori e direttori cercano alibi per scaricare sugli altri le loro responsabilità, invece di confrontarsi con la realtà dei fatti”.
Se dovessimo fare una lista di chi ha deluso, sarebbe troppo lunga. C’è qualcuno invece che l’ha sorpresa in positivo? Qualcuno da salvare, in questa stagione a dir poco deludente?
“No, oggi come oggi, alla luce di un terz’ultimo posto in classifica, non salvo nessuno. Nel calcio ci vuole praticità, e purtroppo, ripeto, questi giocatori non sono riusciti a mettere in campo le loro qualità, non sono riusciti a trasformare le parole in fatti”.
A proposito di qualità, Breda ne ha fatta intravedere qualcuna. Pensa ancora che la scelta di affidargli la panchina, sia da prendere in considerazione anche per il futuro?
“Assolutamente si. Lo avevo detto sin dal giorno della sua presentazione, e lo ribadisco adesso: mister Breda non è una scelta temporanea, ma bensì una soluzione per il futuro”.
Se potesse tornare indietro, cosa non rifarebbe Lillo Foti? Qual è il suo più grande rammarico, o se vogliamo il suo più grande errore, in questi 24 anni di Reggina?
“E’ inutile parlare di errori in particolare. Gli errori fanno parte di chi opera, e anche da parte mia ce ne sono stati: l’importante però, è avere onestà intellettuale nell’ammetterli”.
La speranza di tutti, è ovviamente quella di riuscire a mantenere la categoria. Il futuro del calcio reggino invece qual’è? Cosa devono aspettarsi i tifosi amaranto?
“I tifosi devono sapere che da parte nostra ci sono ancora voglia ed entusiasmo. La classifica dice che scarseggiano i valori tecnici, ma vi assicuro che quelli umani sono intatti”.
Ferdinando Ielasi
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